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Young Monday: Algorand per Banca d’Italia, Africa sempre più crypto e gli NFT in tribunale

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Filippo Iachello

6 min

Algorand e Banca d’Italia, Justin Bieber indagato per la sua Bored Ape

La Banca d’Italia ha scelto Algorand per la sua prima piattaforma blockchain, cresce l’adozione delle criptovalute in Africa e lo Yuga Labs Gate

Si è appena conclusa una settimana ricca di colpi di scena nel mondo delle criptovalute. Tra l’arresto di Sam Bankman-Fried e Do Kwon, il fondatore dell’ecosistema Terra (LUNA)  avvistato in Serbia, si respira un’atmosfera poliziesca. All’interno del registro degli indagati crypto compaiono anche Yuga Labs e alcune celebrità tra cui Justin Bieber, Madonna e Paris Hilton accusati di aver manipolato il mercato NFT. 

Al di là di crimini, tribunali e prigioni, Algorand è stata incaricata di sviluppare una piattaforma su blockchain dedicata al settore bancario e assicurativo italiano. Dall’Africa invece arriva un esempio di adozione, Nigeria e Kenya all’interno dei venti paesi in cui le criptovalute sono più utilizzate. Inoltre è sempre più facile inviare denaro nel continente africano grazie al Lightning Network, il Layer 2 di Bitcoin.

Algorand e la prima piattaforma per banche e assicurazioni

Algorand è stata scelta come blockchain Layer 1 per lo sviluppo di una piattaforma che si occuperà di elargire fideiussioni digitali. Ovvero delle garanzie finanziarie fornite da banche e assicurazioni per garantire il rispetto di obblighi contrattuali o di pagamenti. In sostanza sono documenti che dimostrano ai creditori che si possiedono i fondi necessari a ripagare un debito. La piattaforma verrà sviluppata in collaborazione tra Algorand, Banca d’Italia, IVASS (l’istituto per la vigilanza sulle assicurazioni) e CeTIF il centro di ricerca per l’innovazione e la tecnologia dell’Università Cattolica di Milano.

Ma come mai è stata scelta proprio la blockchain di Algorand? Per la sua  capacità di processare transazioni in modo economico e veloce. E poi insomma, tra connazionali ci si intende. Il fondatore di Algorand, il matematico italiano Silvio Micali ha dichiarato infatti: “siamo orgogliosi e onorati di essere la blockchain pubblica scelta” e ancora che –  “attraverso la tecnologia di Algorand, possiamo contribuire a risolvere molti problemi critici che le istituzioni finanziarie e i governi di tutto il mondo devono affrontare oggi, portando opportunità e inclusione”.

Yuga Labs Gate: sotto accusa anche Justin Bieber, Madonna e Paris Hilton 

La scorsa settimana varie celebrità tra cui Madonna, Justin Bieber, Paris Hilton e Jimmy Fallon sono state accusate di aver promosso illegalmente gli NFT di Yuga Labs, in particolare le celebri Bored Apes. A livello giuridico le leggi che oltre a loro, altri trentatré imputati, tra cui anche un gran numero di celebrità di Hollywood, avrebbero infranto sono dieci tra la protezione dei consumatori e quelle sui titoli finanziari. 

Yuga Labs viene citata per aver elaborato un piano segreto, in collaborazione con le celebrità, per gonfiare il prezzo della Bored Apes. Nel documento presentato dall’accusa compare lo schema che Yuga Labs avrebbe utilizzato per ricompensare di nascosto le star complici, che quindi non avrebbero acquistato le Bored Apes di loro spontanea volontà ma sarebbero stati incentivati da un ritorno economico. All’interno dell’inchiesta viene anche citato il servizio di pagamenti online Moonpay che si è occupato di gestire gli scambi di denaro tra Yuga Labs e le star.

Un portavoce di Yuga Labs ha dichiarato a Decrypt: “a nostro avviso, queste affermazioni sono opportunistiche e parassitarie. Crediamo fermamente che siano prive di fondamento e non vediamo l’ora di dimostrarlo”. Yuga Labs e il Bored Apes Yacht Club si ritrovano quindi nuovamente nel mirino delle istituzioni federali statunitensi dopo soli due mesi dall’indagine, non ancora conclusa, dalla SEC (Securities and Exchange Commission). 

Ad Ottobre infatti, la SEC aveva investigato Yuga Labs per verificare che non stesse vendendo le proprie collezioni NFT come fossero security (o titoli) senza autorizzazione. 

Il continente africano all’avanguardia

Jack Mallers, il CEO di Strike, una delle principali aziende di servizi di pagamento su Lightning Network, ha annunciato, sul palco della conferenza AfroBitcoin una partnership con Bitnob per agevolare gli scambi di denaro tra Europa ed Africa. Attualmente, l’unico modo per inviare denaro nei paesi dell’Africa, in particolare quelli subsahariani, è utilizzare intermediari, il più noto dei quali è Western Union. Le transazioni intercontinentali sono però abbastanza lente e costose. Per esempio per effettuare un bonifico verso l’Africa di 1.000 dollari, se ne spendono circa cinque in commissioni e per arrivare al destinatario impiega non meno di 3 giorni lavorativi

Grazie a Strike e alla sua applicazione Send Globally gli immigrati che intenderanno inviare denaro alle famiglie o agli amici potranno trasferire sterline (GBP) o euro (EUR) nelle valute locali della Nigeria (NGN), del Kenya (KES) e del Ghana (GHS) in pochi secondi. Il denaro, come già avviene quando si utilizza Strike per pagare nei negozi abilitati, verrà automaticamente convertito in BTC, inviato, riconvertito nella valuta locale e depositato direttamente sul conto bancario o nel portafoglio mobile del ricevente.

Un report redatto da Chainalisys mostra che l’Africa è uno dei continenti più all’avanguardia nel settore delle criptovalute. Tra i paesi africani in cui le crypto sono più utilizzate troviamo la Nigeria e il Kenya che occupano rispettivamente l’11° e il 19° posto nella classifica del Global Crypto Adoption Index, un indice sempre di Chainalisys che misura l’adozione delle criptovalute nei paesi del mondo.

CryptoCrime: Sam Bankman-Fried e Do Kwon

Le vicissitudini dei “fuorilegge” del mondo crypto proseguono e iniziano ad assomigliare a serie crime. Sam Bankman-Fried, il fondatore dell’exchange FTX è stato arrestato all’inizio della scorsa settimana nella sua residenza alle Bahamas. Per ora si attende l’estradizione e il processo che potrebbe risolversi in una condanna a 115 anni di reclusione. Questa ipotesi di condanna è stata calcolata sommando gli anni di reclusione previsti per i capi di imputazione di SBF. Ovvero appropriazione di denaro indebita, frode finanziaria, cospirazione e riciclaggio di denaro e due capi d’accusa per frode telematica.  Nella prima udienza svoltasi Martedì 13 Dicembre in un tribunale dell’arcipelago caraibico il pubblico ministero ha negato al founder di FTX la libertà su cauzione, probabilmente per paura che possa scappare. Nel frattempo SBF ha già fatto richiesta per ottenere gli arresti domiciliari a causa dei problemi di salute di cui sostiene di soffrire: insonnia e depressione. 

L’altro celebre latitante del mondo crypto, Do Kwon, per il quale la Corea del Sud ha rilasciato un mandato d’arresto il 14 Settembre 2022, sembrerebbe essersi trasferito il mese scorso in Serbia. L’ex CEO di Terraform Labs sarebbe arrivato nel paese balcanico, che potrebbe aver già lasciato, passando da Dubai. Purtroppo, a causa dell’invalidazione del passaporto di Do Kwon, è impossibile conoscere con certezza i suo spostamenti.

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