
L’indennità di accompagnamento nel 2025 è cambiata? Qual è l’importo previsto? Se cerchi risposte, questo è l’articolo che fa per te. Cominciamo!
L’indennità di accompagnamento è una misura previdenziale erogata dallo stato in favore di soggetti in possesso di determinati requisiti. Nel 2025, però, questo tipo di indennità ha visto alcune modifiche, soprattutto a livello di importo previsto. In questa breve guida, troverai tutte le informazioni che stai cercando. Buona lettura!
Indennità di accompagnamento: che cos’è e quali sono i requisiti per ottenerla
L’indennità di accompagnamento è definita dall’INPS (Istituto Nazionale della Previdenza Sociale) come una prestazione economica, concessa su richiesta, a favore di soggetti mutilati o invalidi totali per i quali è stata accertata la condizione di non autosufficienza.
L’indennità viene erogata per 12 mensilità – nel senso che non c’è una tredicesima come per le pensioni – a partire dal primo giorno del mese successivo alla presentazione della domanda. Il soggetto interessato, poi, continuerà a godere del servizio assistenziale fin quando le sue condizioni sanitarie rispetteranno i requisiti, che a breve vedremo. Non è compatibile con altre prestazioni simili riconosciute per invalidità derivanti da cause di guerra, lavoro o servizio.
L’indennità di accompagnamento si ottiene nel caso in cui si soddisfino alcuni requisiti: l’impossibilità di deambulare, quindi muoversi autonomamente a piedi, senza l’aiuto di un accompagnatore o l’incapacità di compiere attività tipiche della vita quotidiana. Recentemente, a questi requisiti di carattere fisico ne sono stati affiancati altri di natura psicologica. Infatti, in una sentenza del 2022, la Corte di Cassazione ha sottolineato la necessità di estendere la condizione di non autosufficienza includendo anche quei soggetti fisicamente abili ma che, a causa di gravi disturbi cognitivi, non sono in grado di gestirsi in modo autonomo.
Dal punto di vista legale, è possibile fare domanda per l’indennità di accompagnamento se si ha la cittadinanza italiana e se si è residenti in Italia in modo stabile e duraturo. Nel caso di cittadini stranieri comunitari – membri dell’U.E. – occorre essere iscritti all’anagrafe del comune di residenza, mentre per i cittadini stranieri extracomunitari è obbligatorio essere in possesso del permesso di soggiorno da almeno un anno.
Indennità di accompagnamento: come richiederla e a quanto ammonta l’importo
L’indennità di accompagnamento può essere richiesta in caso di riconoscimento dell’invalidità da parte del medico legale, al termine dell’accertamento sanitario. Una volta ottenuto il verbale che certifica la condizione di non autosufficienza, è obbligatorio inserire anche i dati socioeconomici. Queste informazioni fanno riferimento agli eventuali ricoveri, all’esercizio di attività lavorativa e alle modalità di pagamento e di incasso specificando, ad esempio, la delega ad una terza persona (l’accompagnatore). Ora che la domanda è pronta, è possibile inviarla direttamente online sul sito dell’INPS o depositarla presso un’associazione di categoria come l’ANMIC (Associazione Nazionale Mutilati e Invalidi Civili). Il tempo di lavorazione è stabilito dalla legge in 30 giorni.
L’importo dell’indennità di accompagnamento è uguale per tutti i cittadini in possesso dei requisiti elencati precedentemente, a prescindere dall’età e dal reddito personale annuo. Rispetto all’anno scorso, questo contributo previdenziale che, ricordiamo, viene erogato mensilmente, ha visto un leggero aumento: se nel 2024 ammontava a 531,76€, nel 2025 questa cifra equivale a 542,02€. Per i ciechi assoluti si passa dai 987,50€ del 2024 ai 1.022,44 del 2025.
Obblighi dell’accompagnatore
L’indennità di accompagnamento è concepita come una misura finalizzata a ridurre il carico sul servizio sanitario nazionale: lo Stato eroga il contributo affinché il soggetto interessato possa procurarsi il supporto necessario in modo autonomo, pagando un accompagnatore. Questa figura può essere un familiare o una persona terza e può fornire aiuto per la deambulazione o per lo svolgimento delle attività quotidiane. Tuttavia, la sua presenza non è prevista per legge. Dal momento che non è obbligatorio avere un accompagnatore, conseguentemente non ci sono obblighi legali per questo tipo di profilo.
Quando si perde l’identità di accompagnamento?
L’indennità di accompagnamento può essere sospesa o revocata definitivamente. La sospensione avviene nel caso in cui il soggetto che beneficia dell’assistenza venga ricoverato in modo gratuito, cioè presso una struttura pubblica finanziata dallo Stato, per un periodo pari o superiore ai 30 giorni. Anche in questo caso, però, è possibile continuare a percepire l’importo se, durante l’ospedalizzazione, sia comunque necessaria la presenza di un accompagnatore.
La revoca definitiva, invece, avviene in due casi specifici: se, a seguito di un nuovo accertamento sanitario, i requisiti sanitari non sono più soddisfatti oppure se il soggetto invalido si trasferisce all’estero. Nel caso in cui, però, questa seconda circostanza fosse dovuta a motivi legati alle cure mediche – perché magari all’estero sono più avanti in determinati trattamenti – la revoca non ha luogo.
In ogni caso, i cittadini italiani hanno a disposizione uno strumento creato per rendere più accessibili e comprensibili le proprie informazioni assistenziali, sociali e pensionistiche: il fascicolo previdenziale.
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