
Licenziamento per giusta causa: scopri cosa significa, le differenze con il giustificato motivo, se hai diritto alla NASpI e come difenderti
Capita a volte di sentire parlare di licenziamento per giusta causa, e subito scatta un campanello d’allarme. È una situazione delicata, spesso carica di ansia e dubbi, sia per il lavoratore che si trova coinvolto, sia per il datore di lavoro che deve gestirla. Ma cosa comporta esattamente un licenziamento per giusta causa? Quali sono le differenze, ad esempio, con un licenziamento per giustificato motivo oggettivo? E, domanda cruciale, se vengo licenziato per giusta causa ho diritto alla disoccupazione (NASpI)
Niente paura! In questa guida cercheremo di fare chiarezza su tutti questi aspetti, inclusa l’importanza della lettera di licenziamento, senza usare un linguaggio troppo tecnico, ma andando dritti al punto.
Cos’è il licenziamento per giusta causa?
Partiamo dalle fondamenta: il licenziamento per giusta causa rappresenta la forma più severa di interruzione del rapporto di lavoro. Si verifica quando il lavoratore commette una mancanza talmente grave da ledere il rapporto di fiducia con il datore di lavoro, al punto da non consentire la prosecuzione, nemmeno temporanea, del contratto. Stiamo parlando di episodi come il furto in azienda, l’aggressione fisica o verbale, la grave e ripetuta insubordinazione, la prolungata assenza ingiustificata o la violazione del patto di non concorrenza.
La sua caratteristica distintiva? L’assenza di preavviso. Data la serietà della violazione, il rapporto di lavoro si interrompe con effetto immediato.
Differenza tra licenziamento per giusta causa e giustificato motivo
È facile confondersi, ma è fondamentale distinguere il licenziamento per giusta causa dal licenziamento per giustificato motivo oggettivo. Quest’ultimo non dipende da una colpa o mancanza del lavoratore, ma da ragioni inerenti all’attività produttiva dell’azienda, all’organizzazione del lavoro o al suo regolare funzionamento. Classici esempi sono una crisi aziendale che comporta una riorganizzazione con tagli di personale, o la soppressione di una specifica posizione lavorativa perché non più necessaria. A differenza della giusta causa, nel licenziamento per giustificato motivo oggettivo è previsto il periodo di preavviso (o la relativa indennità sostitutiva).
La lettera di licenziamento e la NASpI
Indipendentemente dal motivo (giusta causa o giustificato motivo), il licenziamento deve essere sempre comunicato per iscritto. La lettera di licenziamento è un documento cruciale. Al suo interno devono essere specificati in modo chiaro, preciso e dettagliato i motivi che hanno portato alla decisione datoriale. Motivazioni generiche o fumose non sono ammesse, perché il lavoratore deve essere messo nelle condizioni di comprendere appieno le contestazioni e, qualora lo ritenga opportuno, di preparare una sua difesa.
Ma arriviamo a una delle domande più frequenti e sentite: se subisco un licenziamento per giusta causa, ho diritto alla NASpI (l’indennità di disoccupazione)? La risposta, in linea generale, è sì. Anche in caso di licenziamento per giusta causa, la NASpI può essere riconosciuta. L’INPS, infatti, considera lo stato di disoccupazione come involontario anche quando il licenziamento è disciplinare. Naturalmente, per accedere all’indennità di disoccupazione è necessario soddisfare i requisiti contributivi e lavorativi minimi previsti dalla legge. Il fatto di essere stati licenziati per giusta causa, però, di per sé non preclude l’accesso a questo sostegno al reddito. È sempre consigliabile verificare la propria posizione specifica con un patronato o direttamente con l’INPS.
Come difendersi da un licenziamento ritenuto ingiusto?
Se ritieni che il licenziamento per giusta causa che hai ricevuto sia ingiusto, perché le motivazioni non sono veritiere, sono sproporzionate rispetto al fatto contestato, o perché la procedura non è stata seguita correttamente, hai il diritto di impugnarlo. È fondamentale agire tempestivamente: i termini per l’impugnazione sono stringenti (solitamente 60 giorni dalla ricezione della comunicazione di licenziamento). In queste circostanze, il consiglio è di rivolgersi immediatamente a un sindacato o a un avvocato specializzato in diritto del lavoro per ricevere l’assistenza necessaria.
Affrontare un licenziamento per giusta causa è indubbiamente un’esperienza difficile. Tuttavia, essere informati sui propri diritti, sulle procedure e sulle tutele esistenti, come il diritto alla NASpI anche in queste situazioni o come interpretare correttamente una lettera di licenziamento, è il primo e più importante passo per gestire la situazione con maggiore consapevolezza e serenità possibile.