La solidarietà mondiale passa attraverso le donazioni in Bitcoin in Ucraina. La decentralizzazione è l’arma vincente nelle crisi?
Il conflitto in Ucraina ha scosso le coscienze in tutto il mondo, la guerra ha avuto un forte impatto sul mondo come lo conosciamo. Compreso quello finanziario. È il primo caso nella storia in cui arriva la notizia di una nazione sotto assedio che chiede donazioni in criptovalute. Che ruolo possono giocare le crypto nei momenti di crisi? Ecco una panoramica delle questioni legate al conflitto russo-ucraino e alle criptovalute.
Premessa: le criptovalute sono neutrali
Il sistema di Bitcoin è stato ideato nel lontano 2008 per offrire un’alternativa al sistema finanziario centralizzato. Tutte le criptovalute, essendo decentralizzate, non sottendono alle regole delle Nazioni. Nel bene e nel male. Come si comporta qualcosa di completamente indipendente dagli stati in situazioni in cui i protagonisti sono i governi e le forze politiche? Gli eventi geopolitici di questi giorni accelerano la consapevolezza sull’utilizzo di Bitcoin come sistema di pagamento incensurato, che continua a funzionare anche quando i governi e le banche sono in difficoltà. Sia Ucraina che Russia stanno guardando alle criptovalute come risorsa. La prima per finanziare la resistenza, l’altra per difendersi dalle sanzioni imposte per incoraggiare il ritiro dell’esercito.
I volumi delle transazioni e degli acquisti di criptovalute in questi due paesi è aumentato notevolmente. Intanto dopo un parziale crollo cominciato con l’invasione dell’Ucraina il 24 Febbraio 2022, il prezzo di Bitcoin è tornato a salire chiudendo a 43.193 dollari il 28 Febbraio. Ha registrato così un aumento del più 14% in sole 24 ore.
Le richieste dell’Ucraina: bloccate i wallet russi
Mykhailo Fedorov, vice primo ministro e ministro della trasformazione digitale dell’Ucraina, ha invitato i broker e gli exchange di criptovalute a bloccare i conti degli utenti russi e bielorussi. Tuttavia questo genere di operazioni non possono essere compiute senza una giustificazione legale ad hoc. Il CEO di Kraken Jesse Powell, per esempio, ha detto che l’exchange “non può congelare i conti dei nostri clienti russi senza un requisito legale per farlo”. All’illegittimità giuridica di bloccare i wallet russi, si unisce il proposito degli exchange di salvaguardare i cittadini russi che non sono coinvolti nel conflitto: Binance ha riferito di non voler congelare unilateralmente i conti di milioni di utenti innocenti.
Yulia Parkhomenko, capo del gruppo di esperti di asset virtuali presso il Ministero della trasformazione digitale dell’Ucraina, ha rivelato l’intenzione di intraprendere un percorso per ottenere i permessi legali per farlo. Sull’accanimento nei confronti dei cittadini russi, Parkhomenko ha commentato: “questa è una misura necessaria. Non c’è modo di identificare chi finanzia la guerra e chi no”.
In Russia? Rublo a picco ed esclusione dalla SWIFT
Anche in Russia si teme una corsa agli sportelli bancari, il rublo infatti è ai minimi storici e gli Stati Uniti e l’Unione Europea hanno annunciato l’esclusione della Russia dal sistema SWIFT. La Society for Worldwide Interbank Financial Telecommunication (SWIFT) è un network di pagamenti che coinvolge istituzioni finanziarie di tutto il mondo, non farne parte significa essere disconnessi dal sistema finanziario internazionale. La principale funzione della SWIFT è fornire un sistema di comunicazione per le transazioni di denaro su scala globale. Secondo la BBC lo SWIFT è usato da 11mila banche in 200 nazioni, e ogni giorno viene usato per più di 40 milioni di trasferimenti di denaro.
Nel comunicato della commissione europea si legge: “mentre le forze russe scatenano il loro assalto su Kiev e altre città ucraine, siamo decisi a continuare a imporre alla Russia dei costi che la isoleranno ulteriormente dal sistema finanziario internazionale e dalle nostre economie”. Le sanzioni dell’Unione Europea prevedono anche delle restrizioni alla Banca Centrale Russa nel caso in cui si adoperi per aggirare i provvedimenti. Tutto ciò potrebbe portare la Russia ad incentivare l’uso di sistemi come Bitcoin per eludere l’isolamento.
Le donazioni in Bitcoin in Ucraina
In Ucraina per evitare il collasso del sistema bancario, i prelievi di denaro sono stati limitati e, in un secondo momento, congelati. Il tasso di riserva obbligatoria delle banche è sotto attacco, non a tutti i clienti può essere garantito il prelievo dei loro risparmi. Nonostante la soluzione sia comprensibile, questo ha portato diversi problemi agli ucraini. In questo scenario entrano in gioco le criptovalute che in questo particolare momento può portare un aiuto significativo a chi è in difficoltà.
Proprio per questo le crypto vengono usate per raccogliere e distribuire donazioni. Gli aiuti al popolo invaso stanno viaggiando su blockchain, le criptovalute sembrerebbero essere il modo più efficace per far arrivare aiuti economici all’Ucraina dall’estero, ora che i sistemi bancari sono compromessi. Il 26 Febbraio 2022 il profilo Twitter ufficiale dell’Ucraina ha pubblicato i suoi indirizzi chiedendo donazioni in criptovalute (BTC, ETH, USDT e ora anche DOT), ma anche altri enti hanno lanciato l’appello. Come UkraineDAO, l’organizzazione decentralizzata che con NFT della bandiera ucraina, raccoglie fondi per le organizzazioni locali che stanno aiutando chi è stato colpito dall’invasione. La DAO è stata fondata da Nadya Tolokonnikova, di Pussy Riot il gruppo punk rock femminista di Mosca conosciuto per difendere i diritti LGBT e per l’opposizione a Putin.
UkraineDAO è sostenuta da personalità crypto di spessore come Stani Kulechov, CEO di Aave.
Quando si tratta di trasferire i propri soldi è sempre buona norma assicurarsi che i progetti o le associazioni dietro alle raccolte fondi siano affidabili. Le community crypto su Reddit si stanno muovendo per segnalare le truffe. L’informazione è il primo passo per far arrivare la tua donazione a chi ha bisogno.