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Dibattito USA: JD Vance contro Tim Walz per la vicepresidenza degli Stati Uniti
Filippo Iachello
5 min
La scorsa notte c’è stato il dibattito tra JD Vance e Tim Walz, i due candidati alla vicepresidenza degli Stati Uniti. Come è andata? Chi ha vinto e di cosa si è parlato?
Questa notte negli Stati Uniti si è tenuto il primo dibattito tra i candidati alla vicepresidenza, JD Vance, senatore repubblicano dell’Ohio e Tim Walz, governatore democratico del Minnesota. Si sono confrontati sul palcoscenico politico più importante al mondo, dopo che ad inizio settembre lo stesso è stato condiviso da Kamala Harris e Donald Trump. Nonostante il dibattito tra i vice di solito non influenzi particolarmente le sorti delle elezioni, questa volta la situazione sembra essere diversa.
Dibattito JD Vance vs Tim Walz: come è andata?
Il dibattito è stato trasmesso sulla CBS, moderato dalla conduttrice di CBS Evening News Norah O’Donnell e Margaret Brennan. Lo scontro dialettico, come quello tra Harris e Trump, è durato novanta minuti, e ha visto i due candidati affrontare tematiche cruciali, tra cui quelle familiari, come l’aborto e il sostegno alle famiglie, l’inflazione e il conflitto in Medio Oriente e la possibile escalation dopo l’attacco dell’Iran a Israele delle ultime ore.
JD Vance ha decisamente dominato la serata grazie al suo atteggiamento carismatico e alla capacità di coinvolgere il pubblico. Ha raccontato la sua storia personale, legata al “sogno americano” di rivalsa: proviene da una famiglia povera e segnata da problemi di alcolismo e dipendenza da oppiacei, è riuscito a riscattarsi prima arruolandosi nei Marines, poi laureandosi in legge Yale e diventando una figura di spicco della Silicon Valley e del panorama politico USA.
Tim Walz, al contrario, non è riuscito a convincere allo stesso modo. La sua storia, pur rispettabile, non ha avuto lo stesso impatto emotivo di quella del suo avversario. Durante il dibattito, Walz è apparso insicuro e meno incisivo rispetto al solito, perdendo punti anche in termini di chiarezza ed empatia. Non è riuscito a dare il meglio di sé: non è apparso spigliato, empatico e lucido come al solito, anzi, sembrava intimorito e quasi spaventato. Nonostante i quasi vent’anni che li separano, Vance ha quarantadue anni mentre Tim Walz sessanta, il primo è apparso molto più abile nei dibattiti, sempre a suo agio e brillante.
Occorre poi precisare che le regole del dibattito hanno rispecchiato quelle del confronto tra Harris e Trump di inizio settembre, con una differenza: i microfoni sono stati sempre accesi. Di fatto questa decisione non ha cambiato l’esito dello scontro, perché nessuno dei due candidati aveva intenzione di provocare l’avversario mentre parlava. Vance ha spiazzato Walz con i suoi modi di fare educati e rispettosi che si distanziano molto rispetto ai soliti del suo “superiore”. A differenza di Trump, che spesso in queste occasioni si lascia andare a provocazioni personali, il candidato repubblicano alla vicepresidenza ha attaccato i democratici per le mosse, le scelte e le strategie adottate in questi ultimi quattro anni.
I temi principali del dibattito
I temi centrali del dibattito sono stati principalmente due: le questioni sociali e l’economia. Sull’aborto e le politiche familiari, JD Vance ha ribadito la sua posizione contraria, in linea con il Partito Repubblicano, mentre Tim Walz ha difeso la libertà di scelta delle donne e il diritto alla fecondazione assistita, che ha anche toccato personalmente essendo padre grazie a questo metodo.
Sul fronte economico, JD Vance ha attaccato la gestione dell’inflazione da parte dell’amministrazione Biden, criticando la politica monetaria democratica che ha aumentato il costo della vita per le famiglie americane. Ha sottolineato di sapere cosa significhi non arrivare a fine mese, un riferimento diretto alle sue origini umili.
Walz, al contrario, ha difeso l’amministrazione, citando lo stato di salute del mercato del lavoro USA, il basso tasso di disoccupazione e la stabilità economica raggiunta negli ultimi mesi, ma le sue argomentazioni sono risultate meno efficaci e coinvolgenti. JD Vance ha dominato la discussione, non tanto per la forza degli argomenti ma più per la chiarezza espositiva e le risposte certe, comprensibili ed empatiche.
Infine si è parlato, inevitabilmente, di politica estera, a seguito delle notizie riguardanti l’attacco dell’Iran contro Israele, avvenuto poche ore prima del dibattito. Entrambi i candidati sono apparsi poco preparati su questo fronte, forse anche per via del grado di difficolta della domanda che gli è stata rivolta. Gli è stato chiesto, infatti, cosa dovrebbe fare Israele dopo l’attacco dell’Iran d ieri.
Un esito inatteso
In conclusione, JD Vance è uscito vincitore dal dibattito di questa notte. Il suo atteggiamento sicuro, la capacità di mantenere sempre un tono educato, e il modo in cui ha dominato il confronto hanno sorpreso molti. Questo risultato ha ribaltato le aspettative della vigilia: mentre secondo Polymarket, il principale prediction market nel mondo crypto, Walz aveva il 73% di probabilità di vittoria, dopo il dibattito soltanto il 31% degli utenti ritiene che il candidato democratico abbia vinto.Il dibattito tra i candidati alla vicepresidenza potrebbe quindi avere un impatto significativo su queste elezioni, che si fanno sempre più incerte. Kamala Harris e Donald Trump, infatti, non si scontreranno più direttamente, lasciando questo l’evento di questa notte come uno degli ultimi punti di confronto tra i due schieramenti prima delle elezioni di novembre.