News

Tassi Fed: il prossimo FOMC spaventa i mercati?

GA
Giuseppe Avolio

6 min

Tassi Fed: il prossimo FOMC spaventa i mercati?

Tassi, Fed indecisa sulle prossime mosse: l’esito del FOMC di dicembre non è scontato come quelli di settembre e ottobre. Cosa prevedono gli analisti? 

I tassi della Fed influenzano notevolmente i mercati finanziari: gli investitori, consapevoli dell’importanza dei tassi di interesse, cercano di anticipare le decisioni del FOMC (Federal Open Market Committee) per posizionarsi al meglio. Rispetto alle ultime due riunioni, in cui gli esiti erano praticamente scontati, il meeting di dicembre presenta numerose incognite: qual è l’esito più probabile? 

Cosa è successo in occasione dell’ultimo FOMC?

La Fed, lo scorso 28-29 ottobre, si è riunita nella sede principale di Washington per discutere in merito alla situazione macroeconomica e decidere cosa fare coi tassi di interesse: il Consiglio, con dieci voti favorevoli su dodici, ha optato per il taglio di 25 punti base, abbassando i tassi dello 0,25%, nel range fra il 3,75% e il 4%. 

L’esito, come abbiamo anticipato, era ampiamente previsto e già scontato dai mercati che, infatti, crescevano da settimane – con l’eccezione dello stop del 10 ottobre, quando Trump ha annunciato tariffe al 100% alla Cina.

Ma è stata la conferenza stampa successiva al meeting il vero momento chiave. Qui il Presidente della Federal Reserve Jerome Powell, nell’elencare le motivazioni alla base del taglio, ha pronunciato una frase molto pesante: “Un ulteriore taglio dei tassi di interesse di riferimento alla riunione di dicembre non è scontato, anzi”. Mercati nel caos.

Da quando Powell ha pronunciato quelle parole ad ora – cioè al momento in cui scriviamo – i principali indici azionari sono entrati in una fase di forte difficoltà: l’S&P500 ha perso il 4,5%, il Dow Jones il 3,6%, il Nasdaq 100 il 6,4%. 

Anche il mercato crypto, naturalmente, ha accusato la botta, con Bitcoin che dal 29 ottobre è giù di 18,5 punti percentuali ed Ethereum di quasi 23. Nel complesso, da quel fatidico giorno, la total market cap si è ridotta di 640 miliardi di dollari, da 3,75 trillion a 3,11 trillion.

Fed, shutdown e blocco della pubblicazione dei dati macroeconomici 

Powell, durante quella conferenza stampa, ha risposto alle domande di alcuni giornalisti a proposito del blocco delle attività federali causate dallo shutdown. In particolare, le curiosità si sono concentrate sull’atteggiamento che la Fed potrebbe adottare in occasione del prossimo FOMC, in un contesto di quasi totale assenza di dati cruciali per l’analisi dello scenario macroeconomico.  

Già lo stesso Powell aveva menzionato le difficoltà le difficoltà del momento, affermando che “nonostante alcuni importanti dati siano stati ritardati a causa dello shutdown, quelli del settore pubblico e privato che sono rimasti disponibili suggeriscono che le prospettive per l’occupazione e l’inflazione non sono cambiate molto dalla nostra riunione di settembre”. 

Sul tema, in ogni caso, la risposta più interessante è quella fornita dal Presidente della Fed ad Howard Schneider, della nota testata Reuters. Il giornalista, giustamente, gli chiede se la mancanza di informazioni chiave, come l’inflazione o l’occupazione, avrebbe potuto portare i membri della banca centrale statunitense a “fare politica monetaria basandosi sugli aneddoti”, cioè sui dati qualitativi – come le opinioni personali – piuttosto che sui modelli economici fondati sui dati quantitativi. 

Powell, inizialmente, ha affermato che “si tratta di una situazione temporanea” e che “faremo il nostro lavoro”. Ha poi continuato dicendo: “Se mi chiedi se potrà influenzare la riunione di dicembre, non sto dicendo che succederà, ma sì, puoi immaginarlo… cosa fai quando stai guidando nella nebbia? Rallenti”.

Insomma, la conferenza stampa dell’ultimo FOMC ci ha regalato un Jerome Powell apparentemente ancora più cauto del classico “we’ll wait and see” – aspetteremo e valuteremo – che ha contraddistinto i primi sei mesi del 2025. Un Jerome Powell determinato, che vuole portare avanti il suo compito fino all’ultimo, anche se a maggio 2026 lascerà il vertice per far spazio al nuovo Presidente della Fed.

Tassi Fed: cosa prevedono analisti e prediction market?

Anche qui la questione è totalmente aperta. Fondamentalmente, le voci più autorevoli si distribuiscono su due fazioni: taglio di 25 punti base contro No Change (tassi invariati). Del taglio di 50 punti base, ovviamente, neanche l’ombra. 

La prima fazione, quella del taglio di un quarto di punto, fa leva sulla debolezza del mercato del lavoro e, in particolare, sul rallentamento delle assunzioni: in un sondaggio somministrato da Reuters a 105 economisti, 84 hanno scommesso sul taglio di un quarto di punto, mentre i restanti 21 hanno scelto l’opzione No Change. 

In particolare, Abigail Watt, economista presso UBS, ha giustificato il suo voto a Reuters affermando che “la sensazione generale è che il mercato del lavoro appaia ancora relativamente debole e questa è una delle ragioni chiave per cui riteniamo che il FOMC effettuerà il taglio a dicembre”. Watt prosegue precisando che cambierebbe opinione qualora uscissero dei dati che “smentissero questo senso di debolezza”. 

La seconda fazione, quella dei tassi invariati, invece prende come principale argomentazione le parole di Powell che abbiamo riportato sopra: “le prospettive per l’occupazione e l’inflazione non sono cambiate molto dalla nostra riunione di settembre”. 

Per esempio Susan Collins, Responsabile della Fed di Boston, è di questa idea ed è convinta che il terzo taglio di fila potrebbe alimentare l’inflazione in una fase in cui l’impatto delle tariffe trumpiane non è ancora chiarissimo. Precisamente, ha dichiarato a CNBC che “sarà probabilmente appropriato mantenere i tassi di interesse al livello attuale per un certo periodo di tempo, al fine di bilanciare i rischi di inflazione e occupazione in questo ambiente di alta incertezza”. 

I tassi di interesse secondo il FedWatch Tool e Polymarket

Il FedWatch è uno strumento finanziario fornito dal CME (Chicago Mercantile Exchange) che calcola le probabilità implicite delle future decisioni della Federal Reserve sui tassi di interesse. Perchè “implicite”? Perché deduce le probabilità basandosi sui prezzi di mercato dei futures sui Federal Funds a 30 giorni e non su opinioni, appunto, esplicite. 

In parole semplici, il FedWatch riporta le aspettative del mercato guardando il portafoglio degli investitori: se dice “Probabilità di taglio all’80%“, significa che l’80% dei soldi investiti oggi nel mercato sta scommettendo che ci sarà un taglio

Attualmente, secondo questo strumento, il taglio di 25 punti base è probabile al 48,9%, mentre il No Change si attesta al 51,6%. Il mercato, pertanto, è convinto che la Fed lascerà i tassi invariati. 

Passando rapidamente al prediction market più famoso del momento, cioè Polymarket, il risultato è ancora più incerto: taglio di 25 punti base al 49%, No Change al 47%, taglio di 50 punti base al 2% e aumento di 25 punti base all’1% circa – se ti interessa sapere il suo funzionamento, abbiamo scritto un articolo di Academy dedicato proprio a Polymarket

Cosa farà la Federal Reserve? 

La Fed, come abbiamo spiegato finora, dovrà tenere in considerazione un gran numero di variabili prima che il suo Presidente esca dalla saletta, si avvicini al microfono e pronunci il noto “Good afternoon
A prescindere dall’esito, noi saremo qui a raccontartelo: il consiglio spassionato è di iscriverti al nostro canale Telegram e a Young Platform cliccando qui sotto, in modo da non perderti gli eventi che condizionano i mercati. Alla prossima!

Le informative contenute in questo articolo hanno finalità esclusivamente divulgative. Non costituiscono in alcun modo una consulenza finanziaria, legale o fiscale, né una sollecitazione o offerta al pubblico di strumenti o servizi di investimento, ai sensi del D. Lgs. 58/1998 (TUF). L’investimento in cripto-attività comporta un rischio elevato di perdita – anche totale – del capitale investito. Le performance passate non garantiscono risultati futuri. L’utente è invitato a compiere valutazioni autonome e consapevoli prima di assumere decisioni economiche e/o di investimento.

Altri Articoli

Young Platform al fianco di Fondazione Umberto Veronesi ETS per la ricerca sui tumori pediatrici
Young Platform sostiene Fondazione Umberto Veronesi ETS
Debito pubblico: la classifica dei paesi più indebitati nel 2025

Scarica l’app Young Platform

Downaload From Google PlayStoreDownaload From Apple Store