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Bitcoin: l’Europa non bandirà Bitcoin e il PoW

CR
Cosimo Rosario Di Martino

3 min

Europa non bandisce Bitcoin

Lunedì 14 marzo la Commissione Economica del Parlamento Europeo ha votato contro la proposta di bandire il proof-of-work 

Una buona notizia per Bitcoin e le criptovalute proof-of-work in Europa. Lunedì 14 marzo la Commissione per gli Affari Economici del Parlamento Europeo ha ufficialmente votato contro l’esclusione delle criptovalute che utilizzato un protocollo PoW. La bozza che è passata ha una visione molto più moderata della questione, e non esclude a priori questa tipologia di crypto di cui fa parte anche Bitcoin.

L’Unione Europea verso la regolamentazione delle crypto

La votazione di lunedì ha messo un punto fermo sulla questione ambientale del protocollo proof-of-work, ma la decisione rientra in un quadro più complesso già studiato dall’Unione Europea nel 2020. Il MiCA (Markets in Crypto Assets) è un framework di 126 articoli che fa parte di un pacchetto più ampio che si occupa della Finanza Digitale. Il documento delinea un piano di regolamentazione delle criptovalute, che va dagli aspetti fiscali a quelli energetici, mettendo in primo piano anche l’istituzione di un Euro digitale. 

La votazione che si è tenuta lunedì è servita a scegliere tra due versioni della bozza proposta dal Parlamento. Una versione, quella presentata dai Verdi, prevedeva l’aggiunta di una frase che avrebbe potuto abbattere il mercato delle crypto PoW e di Bitcoin. Secondo questa proposta, chi emetteva una moneta digitale avrebbe dovuto presentare un piano dettagliato dei costi energetici del network. Ovviamente, Bitcoin e la maggior parte delle altre criptovalute non hanno un ente centralizzato che le controlla. Questo vuol dire che sarebbero state effettivamente non riconosciute e bandite. Evento che in ogni caso non avrebbe sancito la fine delle criptovalute, di per sé incensurabili.

Fortunatamente, questa versione è stata bocciata in favore di una bozza moderata. Stefan Berger, politico europeo molto attivo sul tema, ha suggerito di lasciare che il MiCA si occupi solamente dell’applicazione fiscale e istituzionale delle crypto in Europa. I problemi ambientali dovuti al mining saranno invece discussi da un’altra commissione.

Bitcoin e le PoW hanno un futuro in Europa?

Il mining di Bitcoin, e di tutte le altre criptovalute che utilizzano il protocollo proof-of-work, verrà inserito in un documento chiamato “Tassonomia Europea sulle Attività Sostenibili” (EU taxonomy for sustainable activities). Il documento è una classifica di attività più o meno sostenibili a livello energetico e sociale. L’obiettivo di questa classifica è quello di facilitare gli investimenti in alcuni settori da parte di Stati e aziende, rendendo meno proficui gli investimenti in settori ritenuti poco sostenibili.

Se il mining di crypto dovesse rientrare tra queste attività, finirebbe probabilmente in basso alla classifica. Anche se il proof-of-work consuma meno energia di molte altre attività, la Tassonomia premia i settori che hanno un consumo di energia estremamente ridotto e con emissioni zero. Questo è comunque un risultato migliore rispetto a una messa al bando completa, visto che permetterebbe comunque di ricevere un minimo di fondi e sussidi. Gli exchange e le piattaforme proof-of-stake, d’altra parte, non saranno toccate da questo documento.

Adesso che la votazione è andata a buon fine, Bitcoin è fuori da ogni pericolo? I Verdi teoricamente possono ancora chiedere che la bozza venga discussa in una seduta plenaria del Parlamento Europeo, ma probabilmente questa mossa non porterebbe a risultati concreti e si limiterebbe a rallentare l’iter burocratico. Il prossimo step da cui il MiCA deve passare, quindi, è il cosiddetto “trialogo” tra Parlamento Europeo, Commissione Europea e il Consiglio dell’Unione Europea. Il futuro di Bitcoin in Europa sembra comunque sulla buona strada!

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