Intesa Sanpaolo compra 11 Bitcoin. È la prima volta che una banca italiana acquista crypto
Durante la mattinata di ieri, lunedì 13 gennaio 2025, Intesa Sanpaolo ha acquistato Bitcoin. La più grande banca italiana, che secondo i dati del 2022 gestisce più di 400 miliardi di euro di asset, è la prima a processare ufficialmente un’operazione in criptovalute nel nostro Paese.
Quali sono le motivazioni che hanno portato l’istituto di credito a processare questo acquisto e perché (e come) è stato reso pubblico?
Perché l’istituto di credito ha deciso di acquistare BTC?
Le ragioni di questa scelta non sono state ancora chiarite nel dettaglio: la banca non ha rilasciato commenti pubblici approfonditi, limitandosi a confermare la notizia. È comunque ragionevole ipotizzare che l’operazione rientri in una strategia di diversificazione delle riserve o che sia parte di un futuro ampliamento dei servizi legati alle criptovalute.
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Le dinamiche dell’acquisto
Stando alle informazioni trapelate, Intesa Sanpaolo avrebbe acquistato 11 Bitcoin per un controvalore di circa 1 milione di euro. La notizia è stata inizialmente divulgata da uno screenshot pubblicato su 4Chan e attribuito a una conversazione interna firmata da Niccolò Bardoscia, Head of Digital Assets Trading & Investments di Intesa Sanpaolo. Il messaggio recitava:
“A oggi 13/01/2025, Intesa Sanpaolo possiede 11 Bitcoin. Grazie a tutti per il lavoro di squadra.”
Nella giornata di lunedì 13 gennaio, Bitcoin ha registrato un elevato livello di volatilità e il suo prezzo ha oscillato nel range compreso tra i 93.130€ e 88.500€. Il prezzo effettivo di acquisto da parte dell’istituto non è stato reso noto; tuttavia, dal contenuto dello screenshot si evince che la transazione sarebbe avvenuta nelle prime ore della mattinata, presumibilmente ad un prezzo di circa 90.000€.
Dopo la pubblicazione del leak, alcune testate giornalistiche italiane hanno contattato Intesa Sanpaolo per avere conferme. L’istituto ha ammesso di aver perfezionato l’acquisto, senza fornire ulteriori dettagli sulle motivazioni o sulle finalità a lungo termine.
Che cosa cambierà nel panorama bancario italiano?
Questa mossa di Intesa Sanpaolo rappresenta un precedente importante: è la prima banca italiana a dichiarare di possedere Bitcoin in portafoglio. In un contesto internazionale in cui crescono gli investimenti in criptovalute da parte di grandi fondi istituzionali, l’interesse di un attore bancario di primo piano potrebbe anticipare ulteriori aperture o sperimentazioni anche da parte di altri istituti di credito.
Resta da capire ancora la finalità dell’acquisto. Questo si colloca all’interno di una mera strategia di diversificazione di portafoglio, con i BTC che dovranno svolgere un ruolo di riserva all’interno della banca. O, al contrario, Intesa Sanpaolo ha intenzione di lanciare servizi crypto per i propri clienti. Magari una piattaforma per la custodia o persino un exchange.
In quest’ultimo caso, sarebbe necessario ottenere tutte le licenze e i permessi previsti dalle normative vigenti in materia di servizi finanziari e criptovalute.
L’acquisto di 11 Bitcoin da parte di Intesa Sanpaolo rappresenta un segnale di svolta nel rapporto fra il sistema bancario tradizionale italiano e il mondo delle criptovalute. Soprattutto perché sia Banca d’Italia che diverse istituzioni unitarie, su tutte la Banca Centrale Europea, si sono espresse più volte in modo contrario nei confronti di questa tecnologia. Mentre oltreoceano, soprattutto dopo la vittoria di Donald Trump alle elezioni presidenziali USA, le crypto giocano ormai un ruolo centrale dal punto di vista economico.