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I segreti dei domini internet: le storie più strane del web

AP
Anna Perozzi

6 min

Domini internet: 5 storie e curiosità sul web

Ti sei mai chiest* cosa vuol dire “Google” o quale sia il dominio più lungo del web? Scoprilo in questo revival di stranezze anni ’90

Scavando a fondo nella storia dei domini internet e non solo, abbiamo scovato queste 5 curiosità sul web. Tra personaggi misteriosi di cui ormai rimane traccia solo sui forum, oltre i siti web più ridicoli e inutili, negli abissi degli archivi di ormai vent’anni fa, sono emersi dei fatti assurdi e inaspettati. Partiamo subito!

1. Nel 2015 qualcuno ha comprato Google.com per 12 dollari

Se cerchi curiosità riguardanti i domini internet, ne troverai più di una riguardo Google stesso. La sua storia è piena di equivoci fin dall’inizio. Ti immagini di digitare Googol.com invece di Google.com? Sarebbe paradossale perché Googol, originariamente, doveva essere il nome del famoso motore di ricerca. 

Il termine indica 10 alla potenza di 100 (1 più 100 zeri) ed è stato il compagno di università di Larry Page, Sean, a suggerirglielo nel 1997. Larry approva il nome e Sean glielo registra, ma senza sapere l’ortografia della parola, così acquista invece quello che conosciamo oggi.

La seconda “svista” di Google accade nel 2015, quando nel cuore della notte un ex dipendente del colosso, Sanmay Ved, riesce ad acquistare proprio Google.com.

Sanmay non si aspettava di riuscire a ottenere il dominio, per di più per soli 12$, eppure riceve persino la fattura. Google però non ci mette troppo a riappropriarsene: in solo un minuto Sanmay vede l’URL più potente del mondo scivolargli via dalle mani.

La trilogia si conclude nel 2021 a Buenos Aires: è sera e siamo alla scrivania di un designer che, lavorando, nota che Google non funziona. Così controlla il sito responsabile dei domini internet in Argentina e vede che Google Argentina è in vendita. Qualcuno al posto suo forse avrebbe pensato che fosse un errore o un bug e avrebbe ignorato l’anomalia. Invece Nicolas, il nostro designer, decide di cliccare e l’acquisto va a buon fine per l’equivalente di soli 2,30€. Per qualche ora, stavolta, il dominio è stato in possesso di Nicolas, tuttavia Google non ha chiarito né come mai questo fosse disponibile, né come l’abbia nuovamente riportato sotto il proprio controllo. 

2. Domini internet che non esistono più: una questione geopolitica

Sono 5 i ccTLD eliminati o inutilizzati per cambiamenti geopolitici. Esatto, Risiko si gioca anche nel WWW e può essere affascinante scoprire come questi avvenimenti vengono gestiti in modi diversi dall’ICANN e dagli enti coinvolti, nonché essere un’occasione di dropcatching per alcuni abitanti di questi paesi.

Il processo di eliminazione di un ccTLD di un paese che non esiste più o che ha un nuovo nome non è sempre immediato. Nel caso degli ex paesi sovietici e dell’URSS stessa, ci sono molti esempi di transizioni trascinate per anni. Lo stesso dominio .su (Soviet Union) è ancora utilizzabile, tanto che ha ancora circa 100.000 domini internet registrati e sembra essere molto apprezzato dai cybercriminali.

Vediamo invece quelli che sono stati resi obsoleti:

  • .an: le Antille Olandesi si sono sciolte nel 2010, da che l’ICANN ha accettato i domini internet .bq (Paesi Bassi Caraibici), .cw (Curaçao) e .sx (Sint Maarten) come sostituzioni.
  • .dd: il dominio era originariamente destinato alla DDR (Repubblica Democratica Tedesca), ma è stato utilizzato solo per un uso interno tra due università della Germania dell’Est.
  • .um: questo TLD che si riferiva alle Isole Minori degli Stati Uniti è stato rimosso nel 2007. Prima era gestito dalla University of Southern California, tuttavia le isole sono pressoché disabitate da decenni e l’istituto ha chiesto di essere liberato da questa responsabilità.
  • .yu: il ccTLD dell’ex Repubblica Jugoslava, dissolta definitivamente nel 2006, è stato rimosso solo nel 2010 dopo che i proprietari di siti web .yu sono riusciti a dividersi tra i domini di primo livello .rs (Serbia) e .me (Montenegro).
  • .zr: poco dopo l’introduzione del ccTLD per la Repubblica dello Zaire, lo stato africano ha cambiato il suo nome in Repubblica Democratica del Congo nel 1997 e gli è stata assegnata l’estensione .cd. Il dominio .zr è stato infine cancellato dall’ICANN nel 2001.

3. La sfida silenziosa a chi registra il dominio più lungo

Internet è veramente un posto meraviglioso, e altrettanto autoreferenziale. Se ti è già capitato di perderti tra le foto e le pagine wiki di lunghissimi nomi di città, ti sfuggirà qualche “Lol” anche per questa curiosità sul filo della geografia.

È proprio il nome di un paese in Galles il primo fra i domini internet più lunghi al mondo. Nel 2002 è stato registrato llanfairpwllgwyngyllgogerychwyrndrobwllllantysiliogogogoch.co.uk, entrato nel Guinness dei primati con 58 caratteri escluso il TLD. Consideriamo però che la lunghezza massima consentita per ogni parte del dominio è di 63 caratteri.

Infatti qualcuno nel 2007, ha sfidato questo primato registrando llanfairpwllgwyngyllgogerychwyrndwllllantysiliogogogochuchaf.eu, con 60 caratteri escluso il TLD, e la cui aggiunta indica la parte “vecchia” o “alta” del paese. Ti sfido a pronunciarlo in un solo respiro, quello sarebbe un vero primato.

A 63 caratteri in quegli anni sono arrivati effettivamente per primi due domini internet. Il primo contiene un blog dedicato al Pi greco, di un matematico tedesco così appassionato da aver memorizzato il nome del dominio:

3.141592653589793238462643383279502884197169399375105820974944592.eu.

Se però il requisito del primato è creare un dominio composto da lettere, lo vince il tautologico thisisthelongesteuropeandomainnameallovertheworldandnowitismine.eu.

4. Coca cola ha fatto una campagna marketing usando 61 domini internet

Non è troppo diversa la strategia di Coca Cola, il cui reparto Marketing ha preso sul serio la questione dei domini e l’ha trasformata in una campagna promozionale. Hai presente le pubblicità della famigerata bevanda preferita da Babbo Natale? A un certo punto si sente un “click” di apertura oppure un “ahh” dissetato. Ecco, questo verso è l’equivalente di uno slogan per il brand rosso. 

Così nel 2013 appaiono ben 61 nomi di dominio a partire da “ahh.com“, continuando con un crescente numero di “h” al cui indirizzo si trovavano gif o giochini a tema. Oggi questi siti sono perlopiù in vendita o inattivi, ma allora l’intento era quello di stupire i millennial ormai indifferenti alle classiche pubblicità.

5. Un uomo nel 2012 ha comprato 14.692 domini internet in un giorno

Se pensi che Nicolas o Sanmay siano degli eroi, non hai ancora conosciuto Mike Mann. Mike non è uno di quegli speculatori da mercato secondario, lui i domini li crea. Se gli chiedi perché, risponde che è per avidità: Mike vuole semplicemente possedere il mondo. Ma chi è questo strano personaggio dal nome così comune?

Questo avido domainer ha oggi 56 anni ed è nella scena dei domini internet fin dall’inizio. Negli anni ‘90 fonda un’azienda fornitrice di internet (ISP), ma un giorno qualcuno gli offre 25.000$ per un dominio che possedeva, e il giorno dopo gli offrono il doppio. Rendendosi conto dell’opportunità, avendo pagato solo 70$ per quel dominio, si tuffa subito in quel (allora) selvaggio mercato.

Mike così comincia a creare e vendere centinaia di domini al giorno, ma nel 2012 supera se stesso acquistandone 14.692 in sole 24 ore. 

Oggi l’imprenditore possiede ancora qualche dominio, su cui ha fondato delle aziende e organizzazioni. Possiede nientemeno che SEO.com e Phone.com, rispettivamente un’agenzia SEO e un servizio di telefonia. Ha fondato poi DomainMarket.com e AccurateAppraisals.com dedicati al mercato dei domini internet. Ma si è dato anche al sociale, creando il progetto educativo FearlessLeaders.com e MakeChange.com, un’organizzazione di beneficenza. Makemillions.com invece è il sito dedicato al suo libro, e naturalmente si è tenuto MikeMann.com.

Speriamo queste 5 curiosità ti abbiano provocato almeno un “ah!”, come in uno spot Coca Cola. E se hai ancora sete, scopri la storia dei domini internet.

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