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Evergrande: la caduta di un gigante

FI
Filippo Iachello

5 min

Evergrande: azioni crollano dell’87%, cosa succede all’economia cinese?

La liquidazione di Evergrande, fallisce la seconda azienda immobiliare cinese più capitalizzata. Cosa sta succedendo al colosso?

Le azioni di Evergrande sono crollate a picco nella giornata di ieri e oggi le contrattazioni sulla stock sono state sospese. Il motivo è connesso alla decisione dell’Alta Corte di Hong Kong che ha ordinato la liquidazione del gruppo.

Qual è la storia recente di questo colosso del mercato immobiliare Cinese, cosa è successo dal 2021 a oggi e perché questo gigante sta soccombendo? Quali sono gli effetti che il default di Evergrande potrebbe sortire sul mercato cinene e globale? Dobbiamo aspettarci un’altra “crisi del 2008?”

Cos’è Evergrande?

Evergrande, precedentemente nota come Hengda Group, è stata fondata dall’uomo d’affari Hui Ka Yan nel 1996 a Guangzhou, nel sud della Cina. L’azienda si è inizialmente insediata nel mercato immobiliare per poi espandersi in altri settori. Attualmente Evergrande Real Estate gestisce più di 1.300 progetti in oltre 280 città della Cina mentre le attività del gruppo spaziano dalla gestione patrimoniale alla produzione di auto elettriche, alimenti e bevande. 

Evergrande possiede anche una delle squadre di calcio più importanti del Paese, il Guangzhou FC. Il suo fondatore Hui Ka Yan è stato in passato la persona più ricca dell’Asia e, nonostante il crollo della sua ricchezza dell’ultimo periodo, ha un patrimonio personale di circa 2,8 miliardi di dollari, secondo Forbes.

Crollo azioni Evergrande: l’inizio della crisi

Il crollo di Evergrande, un tempo secondo colosso immobiliare Cinese, che ha portato l’azienda a contrarre un debito di 330 miliardi di dollari è iniziato nel 2021, quando il default del colosso ha fatto tremare l’economia cinese. Le principali cause di questo crollo sono da attribuire alle politiche aziendali aggressive e al forte indebitamento degli anni passati. L’azienda aveva infatti richiesto prestiti per svariati miliardi di dollari dopo la pandemia di Covid-19 per provare ad entrare in alcuni nuovi mercati, tra cui quello delle auto elettriche e quello dei parchi a tema.

Queste mire espansionistiche sono però coincise con le nuove misure del governo cinese per controllare il debito. Ciò ha provocato una reazione a catena che ha obbligato Evergrande a svendere varie proprietà per far fronte al pagamento degli interessi sui prestiti. 

In quel frangente, nonostante i tentativi, Evergrande non è riuscita a ripagare i costi dei finanziamenti. Questo episodio ha poi obbligato Fitch, una delle più grandi agenzie di rating del mondo, a dichiarare la bancarotta del colosso. Ovviamente i mercati non presero bene la notizia, il titolo dell’azienda cinese crollò tanto da forzare la borsa di Hong Kong a mettere in pausa il trading sull’azione.

Il crollo di Evergrande da agosto a oggi

L’ultimo crollo delle azioni di Evergrande, prima di quello di ieri che ha obbligato la borsa di Hong Kong a interrompere nuovamente il trading sul titolo, è avvenuto alla fine di agosto. A causarlo era stata la pubblicazione del disastroso bilancio della società. Evergrande, nei primi sei mesi del 2023, aveva preso 4,5 miliardi di dollari accumulando un debito totale di 330 miliardi.

Questi dati le garantivano, e le garantiscono tuttora, un triste primato: quello della società più indebitata al mondo. Sempre ad agosto Evergrande aveva presentato un’istanza di fallimento chiedendo la protezione dei creditori che però non ha convinto né i creditori né l’Alta Corte di Hong Kong. D’altronde, già quest’estate, in pochi si aspettavano una risurrezione del colosso.

Il destino del gruppo cinese è dunque la liquidazione, in risposta alla sua incapacità di gestire l’enorme debito accumulato dal default del 2021 in poi. Il direttore esecutivo di Evergrande, Shawn Siu, ha definito “deplorevole” la decisione del regolatore di Hong Kong dichiarando poi che la compagnia si impegnerà per salvaguardare i diritti e gli interessi dei creditori sia nazionali che internazionali.

Il possibile impatto sul mercato Cinese

Salvare Evergrande da questo crollo avrebbe voluto dire compiere una delle più grandi ristrutturazioni del debito della storia. Tuttavia ciò non è avvenuto, e ora il fallimento potrebbe causare un effetto domino devastante per l’economia mondiale. Sono infatti 10 i fondi obbligazionari in credito nei confronti del colosso.

Inoltre, il problema che affligge il mercato immobiliare cinese non è localizzato ma bensì sistemico e sta colpendo anche altre realtà. Anche Country Garden, l’altro colosso nel settore del real estate del paese, recentemente ha faticato a pagare 22,5 milioni di dollari di cedole sulle sue obbligazioni. Questo perché è proprio l’intero mercato immobiliare cinese ad essere in crisi. Le vendite di immobili nei primi due trimestri del 2023 sono scese del 6,5% e il totale della superficie venduta è calato del 50% circa rispetto al 2021.

Il problema più grave però riguarda la dipendenza del mercato cinese rispetto a questo settore. Più del 25% del prodotto interno lordo (PIL) del paese infatti deriva proprio dal real estate. Insomma l’immobiliare è il motore di questa economia.


Infine la Cina, al contrario della maggior parte dei paesi occidentali, sta affrontando un periodo di deflazione, il fenomeno economico opposto rispetto all’inflazione. Quando questa si verifica i prezzi al consumo scendono e la crescita rallenta o addirittura si ferma. Questo scenario, insieme al possibile crollo del settore immobiliare che potrebbe avvenire dopo il collasso di Evergrande, potrebbe causare una crisi senza precedenti per il paese.

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