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Litio: a cosa serve? Batterie, farmaci e utilizzi

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Giuseppe Avolio

10 min

Litio: a cosa serve? Batterie, farmaci e utilizzi

A cosa serve il litio? Cosa sono le batterie al litio? Come funziona il litio come farmaco? Scopriamo insieme perché questo metallo è così richiesto!

Il litio è un metallo color bianco-argentato che, negli ultimi anni, è diventato una risorsa critica estremamente richiesta dalle super potenze mondiali e non solo. I motivi dietro a questa crescita incredibile della domanda sono da ricercare nei suoi molteplici casi d’uso: batterie, farmaci, ceramiche, grassi lubrificanti e altro ancora. In questo articolo partiremo alla scoperta di un minerale diventato così popolare nel giro di pochissimi anni. Iniziamo!

Litio: che cos’è, chi lo controlla e chi lo se lo contende

Il litio è il metallo alcalino più leggero e meno denso sulla Terra, di colore bianco-argentato che, a contatto con acqua o aria, si ossida e prende una colorazione più scura. Presenta delle caratteristiche fisiche particolari che lo rendono estremamente richiesto in ambiti differenti, come vedremo in seguito. Tra queste, leggerezza, alta densità energetica – cioè la capacità di immagazzinare molta energia in poco spazio – e reattività sono le più importanti per il mondo dell’industria. 

Ma come funziona la filiera del litio? Qual è la geopolitica dietro questo metallo? Per rispondere a queste domande, abbiamo letto e studiato il report della AIE (Agenzia Internazionale dell’Energia) dal titolo “Global Critical Minerals Outlook”, pubblicato a maggio 2025. Cosa ci dicono gli esperti?

Chi sono i produttori principali di litio?

Il primo dato rilevante che ci fa capire l’importanza di questo metallo riguarda la sua produzione: nel 2024, l’estrazione globale di litio ha registrato un aumento significativo, pari o addirittura superiore al 35%, per un totale di 255 kilotonnellate (kt) – per fare un paragone, il grattacielo più alto del mondo, il Burj Khalifa, pesa circa 110 kt. La top 5 dei maggiori produttori di litio nel mondo è insolita, perché include delle nazioni di cui non si sente parlare spesso. 

Infatti, al primo posto troviamo l’Australia che, con 90 kt di litio estratto nel 2024, si prende la medaglia d’oro per distacco. Distacco che, secondo l’AIE, è destinato ad aumentare: entro il 2030 si prevede che il mining di questo metallo crescerà di un ulteriore 30/35%, raggiungendo quota 124 kt. Il secondo posto se lo prende la Cina, con 57 kt nel 2024, mentre l’ultimo gradino del podio spetta al Cile, che l’anno scorso ha prodotto 49 kt di litio, guadagnando lo status di produttore dominante dell’America centro-meridionale. Per il quarto posto dobbiamo spostarci nel continente africano, più precisamente in Zimbabwe con 23 kt all’attivo. Infine, in ultima posizione c’è un’altra nazione sudamericana, l’Argentina, che ha ricavato 13 kt di litio dalle sue miniere. In merito, l’AIE ci comunica che questo paese ha aumentato la produzione del 65% nel 2024, con l’obiettivo di diventare, nel 2030, un attore ancora più importante. 

Un altro dato da menzionare riguarda la concentrazione delle attività di estrazione: se nel 2024 i primi tre produttori erano responsabili del 77% della produzione mondiale di litio, entro la fine di questo decennio, l’AIE prevede che la quota scenderà al 67%. Un cambiamento del genere indica una certa diversificazione geografica, frutto della volontà diffusa di entrare in questo mercato. Gli analisti ritengono che, entro il 2030, la parte prodotta dal “resto del mondo” passerà dagli attuali 17 kt a 49 kt. Inoltre, la quantità di litio estratto a livello globale raddoppierà nei prossimi cinque anni, arrivando a un totale pari a 471 kt

Una volta estratto il litio, chi si occupa della raffinazione?

Nel 2024, secondo il report, la produzione globale di prodotti chimici raffinati è stata pari a 242 kt. La discrepanza fra il litio estratto (255 kt) e quello raffinato, naturalmente, è dovuta alle inefficienze intrinseche e inevitabili dei processi di purificazione. In ogni caso, queste attività sono concentrate per il 96% nei primi tre paesi della classifica dei raffinatori, ma si ritiene che entro il 2030 l’oligopolio perderà qualche quota, scendendo all’85%. A proposito di classifica, vediamo la top 5.

Al primo posto c’è la Cina, in posizione di dominio assoluto, che nel 2024 ha lavorato 170 kt di prodotti chimici di litio: da sola, la Repubblica popolare controlla il 70% della raffinazione totale a livello mondiale e non intende fermarsi, dato che al 2030 questa cifra dovrebbe salire a 277 kt. Il secondo posto va all’Argentina, che raffina la stessa quantità di litio che estrae, cioè 13 kt. Medaglia di bronzo per l’Australia, nazione che, a quanto pare, ha interesse solo nell’estrazione. Nella fantastica terra dei canguri, infatti, viene raffinato solo il 4,5% del litio raccolto, cioè 4 kt. In quarta posizione troviamo a pari merito Stati Uniti e Corea del Sud, con 3 kt di litio a testa. Con 1 kt prodotto nel 2024, l’ultimo posto di questa speciale classifica va al Giappone.

Tornando rapidamente alla Cina, l’AIE afferma che il Dragone, nonostante abbia un quasi-monopolio dei processi di raffinazione, in dieci anni potrebbe perdere una fetta rilevante di mercato. Nello specifico, la quota potrebbe passare dal 70% al 60% entro il 2035. Questo anche perché, sempre secondo le previsioni, l’Argentina e gli Stati Uniti dovrebbero aumentare i kt di litio raffinati, rispettivamente, del 270% e dell’800% – cioè da 13 a 49 kt e da 3 a 27 kt.

Il mercato del litio: qual è la domanda? 

Nel 2024, il litio ha visto una crescita della domanda del 30%: il settore energetico, ovviamente, ha trainato questo incremento, proprio per il ruolo fondamentale che questo metallo ricopre nella costruzione di batterie, macchine elettriche e componenti per le rinnovabili

Per quanto riguarda la domanda nel futuro, l’AIE immagina tre differenti tipi di scenario con tre differenti tipi di output. Gli scenari in questione sono chiamati STEPS, APS e NZE: lo scenario STEPS (Stated Policies Scenario o Scenario delle Politiche Dichiarate), è lo scenario base e rappresenta il futuro come la prosecuzione del presente, col mantenimento delle attuali politiche energetiche; lo scenario APS (Announced Pledges Scenario o Scenario delle Promesse Annunciate) presuppone che i governi raggiungano i loro obiettivi in materia energetica e climatica, come l’abbandono dei combustibili fossili e l’aumento delle energie rinnovabili; lo scenario NZE (Net Zero Emission) raffigura un futuro in cui il settore energetico globale ha raggiunto l’obiettivo di emissioni nette zero, entro il 2050.

Nel primo scenario – STEPS – la domanda di litio dovrebbe passare a 700 kt entro il 2035 e a 1.160 kt entro il 2050, crescendo quindi di quasi cinque volte rispetto al 2024. Nel secondo e terzo scenario – APS e NZE – la domanda sarebbe più alta, nell’ordine, del 30% e del 20% rispetto allo scenario base, arrivando quindi a 1.500 kt e 1.400 kt

E il prezzo? 

Il prezzo del litio è un tema che a prima vista può sembrare controintuitivo: dal 2023, il valore di questo metallo è diminuito dell’80%. Allora uno potrebbe chiedersi come possa essere possibile, dato che c’è stato un incremento di domanda del 30% nel solo 2024 e che nei prossimi venti anni la richiesta quintuplicherà. La risposta, come la legge della domanda e dell’offerta vuole, è proprio nell’offerta, che è cresciuta a dismisura ed è destinata a continuare su questo trend.

Il litio è il 25esimo materiale più abbondante sulla Terra e, al contrario dell’oro e di Bitcoin, non è scarso. Ciò vuol dire che se la domanda sale, anche del 30% in un anno, l’offerta si adegua più o meno agilmente e il prezzo rimane stabile o addirittura scende, nel caso di sovrapproduzione. Ma comunque, volendo dare due numeri, il costo del litio in una batteria tipica da 57 kWh – una batteria di un’auto elettrica comune di medie dimensioni – è calato da 67$ a 15$.   

Dato che si parlava di batterie e auto elettriche, passiamo alla prossima sezione, quella dei principali casi d’uso.

A cosa serve il litio? I principali casi d’uso

Il litio, come abbiamo sottolineato più volte, deve la sua popolarità principalmente al settore energetico, primo motore della domanda, in particolare per le batterie delle auto elettriche. Esistono, però, anche altre applicazioni, meno conosciute ma comunque fondamentali. L’industria farmaceutica, ad esempio, utilizza il litio come farmaco nel trattamento di alcuni disturbi psichiatrici, mentre il settore manifatturiero lo impiega nella lavorazione del vetro e della ceramica, ma anche nella lubrificazione dei macchinari. Vediamo caso per caso. 

Cosa sono le batterie al litio?

Le batterie al litio, o più correttamente le batterie agli ioni di litio, sono batterie estremamente funzionali perché più piccole, più leggere e allo stesso tempo più potenti delle batterie tradizionali, come quelle al piombo. Questo tipo di batteria rappresenta un’innovazione così importante che nel 2019 i suoi tre inventori hanno ricevuto il Premio Nobel per la Chimica

Oggi le batterie al litio alimentano smartphone, pc portatili, auto elettriche e altro ancora proprio perché questo metallo possiede una caratteristica fisica particolare che costituisce un vantaggio rilevante nei confronti dei suoi competitor: l’alta densità energetica. Detto facile, ciò vuol dire che, a parità di peso o volume, le batterie al litio riescono a conservare e rilasciare molta più energia rispetto alle batterie più datate e convenzionali. In più, sono ricaricabili. Una vittoria su tutti i fronti. 

Come funziona una batteria al litio? Senza andare troppo nello specifico, queste batterie funzionano grazie agli ioni di litio – motivo per cui è più corretto chiamarle batterie agli ioni di litio: uno ione, in due parole, è un atomo che ha perso un elettrone e che, quindi, assume una carica positiva. La batteria, poi, è composta da due elementi principali, ovvero il catodo e l’anodo. Quello che succede, spiegato in modo molto semplice, è che gli ioni di litio, durante la fase di scarica in cui la batteria fornisce energia, si muovono dall’anodo al catodo generando elettricità

Insomma, grazie all’invenzione di tre scienziati, adesso siamo in grado di produrre strumenti tecnologici sempre più compatti, leggeri ed efficienti. 

Il litio come farmaco 

Il litio nella medicina viene utilizzato principalmente per il trattamento del disturbo bipolare, una condizione psichiatrica caratterizzata da cambiamenti estremi dell’umore, per cui il paziente alterna stati di forte euforia e irritabilità – gli episodi di mania e ipomania – a periodi di profonda depressione. Questo particolare metallo, grazie alle sue proprietà, viene impiegato per ridurre quanto più possibile gli switch tra i due stati d’animo e, quindi, stabilizzare l’umore

L’efficacia del litio come farmaco in questo ambito viene scoperta alla fine degli anni ‘40 da John Cade, uno psichiatra australiano, quando fu catturato dai giapponesi durante la guerra: il medico si accorse che alcuni suoi compagni di cella, a causa della scarsa alimentazione, mostravano reazioni insolite a livello comportamentale. Al termine del conflitto mondiale, Cade riprese gli studi e scoprì che il carbonato di litio aveva un effetto calmante sulle cavie da laboratorio. Provò questo composto chimico anche su se stesso e su dieci pazienti e, documentando il trattamento, notò miglioramenti importanti sullo stato psichiatrico dei soggetti.

La scoperta, però, passò inosservata ma venti anni dopo lo psichiatra danese Mogens Schou, decise di riprendere in mano la scoperta e validarla a livello scientifico, seguendo le procedure del metodo sperimentale. Nel 1970, finalmente, la ricerca venne revisionata, accettata e quindi validata: il litio era senza dubbio un farmaco efficace per il trattamento del disturbo bipolare. 

Litio: effetti collaterali

Il litio, come ogni farmaco, non è privo di effetti collaterali. Tra quelli meno gravi, che non richiedono l’intervento istantaneo del medico, troviamo mal di stomaco, indigestione, perdita o aumento di peso, labbra gonfie, salivazione eccessiva e prurito. Ci sono poi altri effetti tali per cui è consigliato rivolgersi rapidamente a un medico, come forte sete, gonfiore alle gambe, difficoltà di movimento e svenimenti, anomalie del battito cardiaco e mal di testa forte. Infine, quelli che richiedono l’intervento immediato di un dottore: vertigini gravi e vista appannata, parlata confusa, forte sonnolenza, nausea e vomito. 

Altri casi d’uso 

Il litio, come già abbiamo anticipato, è utilizzato anche in altri settori, come quello manifatturiero, industriale e chimico. Vediamo alcuni esempi: 

  • Vetro e ceramiche: il litio viene impiegato per abbassare la temperatura di fusione di vetri e ceramiche, con notevoli risparmi energetici e, quindi, economici. Ha anche effetti positivi sulla resistenza, la durabilità e la lucentezza dei prodotti finali.
  • Grassi lubrificanti: i settori industriale e automobilistico fanno uso di grassi lubrificanti che contengono litio, perché estremamente resistenti all’acqua e alle alte temperature. 
  • Chimica organica e polimeri: alcuni composti del litio sono utilizzati con frequenza dalle industrie chimiche per via della loro qualità di potenti reagenti. In particolare, sono fondamentali per la realizzazione della gomma sintetica.

Siamo giunti al termine di questo lungo viaggio alla scoperta di questo metallo e dell’infrastruttura alla base della sua produzione, raffinazione, distribuzione e domanda. Il litio rimarrà così importante nel futuro? Verrà sostituito da altre tecnologie? Iscriviti al nostro canale Telegram o qui sotto a Young Platform per non perderti gli aggiornamenti!

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