
Oracle, azioni impazzite: salgono del 43% arrivando a toccare i 346$, il prezzo più alto di sempre. Cosa ha innescato il rialzo?
Le azioni Oracle, nella seduta di mercoledì 10 settembre, hanno lasciato tutto il mondo a bocca aperta a causa di un rialzo definito “storico”: in poche ore, il prezzo per azione è passato da 241$ a quasi 346$, con un guadagno superiore al 40%. I motivi dietro questa impennata sono da ricercare soprattutto nel nuovo contratto fra Oracle stessa e OpenAI, la nota azienda leader nell’intelligenza artificiale. Vediamo nel dettaglio di cosa si tratta.
Oracle, azioni e il contratto da 300 miliardi di dollari con OpenAI (ma non solo)
Andiamo subito al punto: alla base della crescita improvvisa delle azioni Oracle c’è un contratto di dimensioni enormi stipulato con OpenAI, l’azienda proprietaria di ChatGPT guidata da Sam Altman. Secondo il Wall Street Journal, testata autrice dello scoop, OpenAI avrebbe firmato un contratto con Oracle per l’acquisto di 300 miliardi di potenza di calcolo in cinque anni – la bellezza di 60 miliardi all’anno – a partire dal 2027.
In altre parole, questo significa che OpenAI e Oracle si sono messe d’accordo affinché la prima società possa avere accesso al computing power fornito dalla seconda: ciò equivale a circa 4,5 gigawatt di energia elettrica necessaria a far lavorare i data center per addestrare l’IA e per portare avanti il processo innovativo – cioè ricerca e sviluppo. Oracle, inoltre, avrebbe chiuso altri contratti multimiliardari con xAI, proprietaria di Grok, e Meta Platforms.
In ogni caso, questa serie di notizie ha messo gli investitori in FOMO totale e le azioni di Oracle sono schizzate alle stelle: come abbiamo anticipato, in poco più di due ore l’azienda fondata da Larry Ellison ha guadagnato il 43%, la sua market cap è cresciuta di 270 miliardi raggiungendo i 943 miliardi, e il valore delle sue azioni è salito di più di 100$, passando da 241$ a 346$. In tutto questo caos, il patrimonio di Ellison, che detiene ancora più del 40% della società che ha fondato, è aumentato di oltre 100 miliardi: improvvisamente si gioca il primo posto nella classifica dell’uomo più ricco del mondo con Elon Musk.
Poco più tardi, come è naturale quando si verificano rialzi simili, c’è stato un ritracciamento che ha portato il valore delle azioni a quota 328$ – una crescita finale del 36%. Al momento in cui scriviamo, Oracle si aggira sui 319$.
Concludiamo con qualche dubbio
L’operazione tra Oracle e OpenAI, secondo il Wall Street Journal, è una scommessa rischiosa per almeno tre motivi.
In primo luogo, viene da chiedersi come farà l’azienda madre di ChatGPT a pagare la mostruosa cifra di 60 miliardi di dollari all’anno, dal momento che a giugno ha dichiarato di aver guadagnato “solo” 10 miliardi nei precedenti dodici mesi – in gergo, l’annual recurring revenue (ARR).
In secondo luogo, Oracle deve costruire il data center e, molto probabilmente, si indebiterà chiedendo prestiti per produrre i chip e l’infrastruttura necessari. Dunque Oracle sta legando una grandissima parte dei suoi guadagni futuri ad un solo cliente, ovvero OpenAI – tradendo una delle regole fondamentali degli investimenti, la diversificazione. Per comprendere il peso di questo fattore, tornare alla prima domanda.
Infine, si parla spesso della AI Bubble. Ci sono pareri contrastanti in merito, tra chi pensa che il mercato collasserà, come nel caso della bolla delle DotCom, e chi invece dice che la bolla non esiste – questo contratto da 300 miliardi sembrerebbe dar ragione ai secondi. Ma se questa fantomatica bolla esistesse e, a un certo punto, esplodesse?
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