
È appena uscito il Consumer Price Index (CPI), il dato utilizzato per stimare l’inflazione negli Stati Uniti d’America.
È appena uscito il Consumer Price Index (CPI), il dato utilizzato per stimare l’inflazione negli Stati Uniti d’America. Il destino dei mercati passa dall’inflazione USA e, quindi, dal dato del Consumer Price Index (CPI) pubblicato oggi. In questo articolo, scopriremo cos’è il CPI, perché è importante e analizzeremo gli ultimi dati disponibili.
CPI significato
Tecnicamente, il CPI (Consumer Price Index), o Indice dei Prezzi al Consumo, è un indicatore economico fondamentale che misura quanto sono cambiati i prezzi di beni e servizi che compriamo quotidianamente. In altre parole, il CPI ci dice quanto costa oggi vivere rispetto al passato.
Il CPI si calcola raccogliendo i dati sui prezzi di un “paniere” rappresentativo di beni e servizi che i consumatori solitamente acquistano. Questo paniere include una varietà di prodotti, come cibo, abbigliamento, alloggio, trasporti, istruzione, assistenza sanitaria e altri beni e servizi comuni. Il Bureau of Labor Statistics (BLS) degli Stati Uniti raccoglie ogni mese i prezzi in 75 aree urbane e li confronta con quelli del periodo precedente.
Perché è importante?
Il CPI è utilizzato per misurare l’inflazione, cioè quanto aumenta il costo della vita. Se il CPI sale, significa che i prezzi stanno aumentando e che, in media, si deve spendere di più per vivere come si faceva prima.
Bitcoin e CPI: come sono legati?
Nell’ultima settimana, Bitcoin ha segnato un altro ATH toccando quota 124.000$, anche se nella notte fra il 13 e il 14 agosto il prezzo è sceso molto rapidamente, attestandosi – per ora – a quota 117.000$. Non c’è una ragione chiara dietro questo pump, ma alcuni analisti ritengono che il movimento verso l’alto sia stato frutto dell’annuncio del meeting Trump-Putin che avverrà il 15 agosto e dai dati sul CPI, che vedremo a breve.
Mentre c’è una ragione molto chiara dietro il dump: i dati relativi al PPI – il Producer Price Index, che riflette i prezzi alla vendita – sono risultati molto più alti delle aspettative: +0,9% contro il + 0,2% previsto. Perché questo effetto sulla quotazione di BTC (e non solo)? Perché il PPI é considerato un indicatore che anticipa l’inflazione: se i prezzi per chi produce sono più alti, allo stesso modo i prezzi per chi compra (i consumatori) saliranno, con conseguente diminuzione del potere d’acquisto o, per dirla al contrario, aumento dell’inflazione.
Ed ecco spiegato uno dei motivi che potrebbero aver causato un crollo così repentino: prospettive inflazionistiche più alte riducono la probabilità di tagli dei tassi di interesse futuri da parte della FED. Oltre al PPI, analizzare il CPI è importante perché non si ha sempre un rapporto diretto col PPI: i produttori potrebbero comunque decidere di ridurre i loro margini di profitto al fine di mantenere i prezzi relativamente stabili ed evitare di essere esclusi dalla competizione del mercato.
In ogni caso, come abbiamo visto, un CPI più basso indica una riduzione dell’inflazione, che potrebbe spingere la Federal Reserve a tagliare i tassi di interesse. Il taglio dei tassi di solito favorisce l’ingresso di importanti flussi di capitale verso asset più rischiosi, come le azioni e Bitcoin. Per questo motivo, più che di correlazione diretta tra Bitcoin e CPI, è più corretto parlare di correlazione indiretta, dal momento che gli investitori guardano al CPI per anticipare le mosse della FED.
L’ultima volta che è successo
Quando circa due settimane fa (30-31 luglio) la FED ha comunicato il mantenimento dei tassi ai livelli di giugno, il prezzo di Bitcoin non ha reagito in modo così netto, perché la decisione era ampiamente prevista. Infatti, il Presidente Jerome Powell ci ha ormai abituato all’atteggiamento cauto definito “wait and see”: “la FED continuerà a monitorare i dati nel rispetto del perseguimento del doppio mandato, cioè occupazione alta e bassa inflazione”. Le incertezze economiche legate soprattutto ai dazi e alle crisi geopolitiche, per quanto meno intense, restano comunque forti.
In questo contesto, l’Indice dei Prezzi al Consumo diventa uno strumento essenziale per comprendere l’andamento dell’inflazione e prendere decisioni informate. Un CPI stabile o in diminuzione potrebbe favorire un clima economico meno incerto, contribuendo a ridurre la volatilità di Bitcoin e delle altre criptovalute.
Analisi dei dati CPI di luglio 2025
Il 12 agosto 2025, il BLS ha pubblicato i dati CPI di luglio 2025. Secondo il rapporto, il CPI mensile è aumentato dello 0,2% rispetto al mese precedente, cosi come il CPI annuale, su al 2,7%, invariato rispetto al 2,7% misurato a giugno. Questo dato non è positivo, poiché l’inflazione anno su anno non accenna a diminuire e si allontana sempre di più al target imposto dalla FED, cioè il 2%. Naturalmente, più il target è vicino, più è probabile un taglio dei tassi di interesse. Tuttavia, non è neanche negativo: il fatto che il CPI rimanga su valori stabili rispetto al mese precedente nonostante le i dazi doganali, è indice di un’economia USA abbastanza forte e resiliente.
Cosa significano questi numeri?
Il fatto che il CPI sia aumentato dello 0,2% mese su mese e sia rimasto stabile anno su anno, significa che l’inflazione è ancora forte. Quanto accaduto è in linea con le aspettative e conferma le previsioni, dal momento che riflette il dato atteso. Resta ancora da capire cosa deciderà la FED riguardo ai tassi di interesse durante la riunione del prossimo FOMC (17-18 settembre).
Dati storici del CPI nel 2025
Ecco com’è andato il CPI nei primi mesi del 2025:
- Agosto 2025: 2,7% (previsto 2,7%)
- Luglio 2025: 2,7% (previsto 2,7%)
- Giugno 2025: 2,4% (previsto 2,5%)
- Maggio 2025: 2,3% (previsto 2,4%)
- Aprile 2025: 2,4% (previsto 2,5%)
- Marzo 2025: 2,8% (previsto 2,9%)
- Febbraio 2025: 3% (previsto 2,9%)
- Gennaio 2025: 2,9% (previsto 2,9%)
Per continuare a seguire questi aggiornamenti sul mercato, iscriviti al nostro canale Telegram o clicca qui sotto!
