
Donald Trump torna al centro della scena con una lettera alla presidente UE von der Leyen. Il tema? I dazi, come sempre. I mercati tengono, BTC vola!
Donald Trump ha spedito una lettera intestata personalmente alla presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen, arrivata nella giornata di sabato 12 luglio. L’oggetto, naturalmente, i dazi: a partire dall’1 agosto, si legge, gli USA applicheranno una tariffa del 30% sui prodotti UE. Come hanno reagito i mercati? E Bitcoin? Scendiamo nel dettaglio.
La lettera di Donald Trump: UE c’è posta per te
Come nel famoso programma condotto dall’eterna Maria de Filippi, Donald Trump bussa alla porta dell’Unione Europea con un “toc-toc, cara Ursula c’è posta per te”. In effetti, la lettera è intestata proprio alla Presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen, “Her Excellency”. Almeno sulla forma ci siamo. Ma concentriamoci sul contenuto.
Il tono non è proprio quello trumpiano da social, deciso e aggressivo, ma sembra più accomodante e allo stesso tempo passivo-aggressivo, nel senso che si percepisce la solita tecnica del “noi stiamo bene con voi e non volevamo farlo eh, ma ci avete costretto e quindi vi beccate i dazi”.
Infatti, la lettera inizia con un invito, quasi gentile, a collaborare insieme sui temi commerciali, seguito però da un secco “dobbiamo allontanarci da questi deficit commerciali di lungo termine”. Poi la botta: “a partire dal 1° agosto 2025, applicheremo all’Unione Europea un dazio del solo 30% sui prodotti europei esportati negli Stati Uniti, separato da tutti i dazi settoriali”.
La storia non finisce qua, perchè qualche riga dopo Trump specifica che, nel caso di ritorsioni, contromisure e controdazi, qualsiasi percentuale decisa “verrà sommata al 30% già applicato”. Occhio per occhio, dente per dente.
Il testo si conclude, infine, con una sorta di richiesta condita da lacrime di coccodrillo: “per favore”, si legge, “vi preghiamo di comprendere che questi dazi sono necessari” a causa di anni e anni di tariffe e politiche commerciali che l’UE avrebbe imposto alle merci USA in entrata. “Non vediamo l’ora di collaborare con voi come partner commerciali!”. Sarà vero?
La reazione dell’Unione Europea
Ursula von der Leyen ha risposto con un atteggiamento alla Mario Brega in “Bianco, Rosso e Verdone” – sta mano po’ esse ferro e po’ esse piuma. Per i non avvezzi alla commedia italiana, ciò significa che la Presidente della Commissione UE ha proposto una sorta di approccio a doppio binario: l’Unione Europea predilige la soluzione diplomatica e dunque si prenderà tutto il tempo necessario, fino al primo agosto, per giungere ad un accordo – la piuma. Nel caso in cui questa strategia dovesse fallire, si passerà alle maniere “forti”, dunque a delle contromisure adeguate – il ferro.
In ogni caso, in virtù della preferenza per il primo metodo, l’Unione Europea ha posticipato al 1° agosto l’entrata in vigore dei controdazi per 21 miliardi di euro sui beni statunitensi – in risposta alle tariffe del Liberation Day – prevista per la mezzanotte di lunedì 14 luglio. Intanto, il Commissario europeo per il commercio Maroš Šefčovič ha espresso la volontà di organizzare un incontro con gli omologhi americani, per cominciare le negoziazioni.
Come hanno reagito i mercati finanziari?
Diciamo subito che poteva andare molto peggio. I motivi, apparentemente, sono semplici. In primo luogo, Donald Trump ha dato prova in più occasioni di non essere una persona così fedele alla parola data. Non a caso, è stato soprannominato il TACO President – Trump Always Chickens Out, “Trump si tira sempre indietro”. Coerentemente, in pochi credono che The Donald arriverà a mantenere l’impegno.
Poi, anche se strettamente legata al primo motivo, c’è la convinzione diffusa che si giungerà a un accordo prima della deadline: i due mercati, europeo e statunitense, sono troppo intrecciati e vedono il coinvolgimento di numerosi interessi particolari, che faranno una forte pressione. Basti pensare che il commercio fra le due sponde dell’Atlantico, stando alle parole dello stesso Šefčovič, vale circa 4,4 miliardi di dollari al giorno.
Partendo dai listini europei – al momento in cui scriviamo – in ultima posizione troviamo Francoforte, col DAX che perde lo 0,30%. Leggermente meglio il CAC 40 di Parigi, con un -0,24%. In positivo Milano (FTSE Mib) dello 0,27%, mentre la prima posizione se la prende Londra, col FTSE 100 che guadagna lo 0,66%.
Diamo ora uno sguardo rapido all’altro attore coinvolto, gli Stati Uniti. Reazione più contenuta ma tutta in territorio positivo per i principali indici americani: terzo posto per l’S&P500, che al momento guadagna lo +0,04%, preceduto dal Dow Jones con un +0,07%. Meglio il Nasdaq, su dello 0,20%.
In tutto ciò volano le crypto
Beh, lato crypto sembra di essere nelle Highlands scozzesi in primavera: verde ovunque. Bitcoin ha raggiunto un nuovo ATH a 123.000$ nella giornata di martedì 14 luglio e sembra fregarsene totalmente di ciò che sta succedendo: da una settimana non fa altro che toccare nuovi massimi. Nella giornata di oggi c’è stato un po’ di scarico, ma siamo comunque sul +1,2%.
Situazione rosea – o per meglio dire, verde smeraldo – anche per le altcoin. Cominciando con la regina delle alt, Ethereum oggi viaggia sui 3.026$, a +1,11% rispetto alla giornata di ieri, così come Solana, su dell’1,22%, a 164,7$.
Menzione di merito al nostro toker, Young (YNG), che sta facendo il panico: dall’annuncio della data del listing su Uniswap, il 14 luglio, YNG ha messo a segno il 21% (!!!). Adesso si aggira sui 0,39€ (0,45$) – mentre il primo luglio era a quota 0,21€ (0,24$). Complessivamente, se guardiamo il timeframe mensile, YNG è su del 74,35%.
Quindi, gli USA e l’Unione Europea arriveranno a un accordo? O è l’inizio di una guerra commerciale fra alleati? Iscriviti al nostro canale Telegram per restare aggiornata/o sulle notizie che contano. In alternativa, puoi anche registrarti direttamente a Young Platform cliccando qui sotto!
