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Le sanzioni fiscali sulle criptovalute non dichiarate

JN
Jacqueline Nieder

7 min

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Quali sono le sanzioni per omessa dichiarazione e per dichiarazione tardiva sulle criptovalute? Scopri come metterti in regola.

La normativa italiana prevede sanzioni specifiche per chi non adempie correttamente ai nuovi obblighi fiscali introdotti nel 2023.

Aggiornato il 16 maggio 2024

Nel panorama fiscale italiano, il 2023 ha infatti segnato un cambiamento significativo con l’introduzione di obblighi specifici per i detentori di criptovalute. Dato il rafforzamento dei controlli da parte dell’Agenzia delle Entrate, è vitale per chiunque possieda criptovalute comprendere a fondo queste normative per evitare rischi di sanzioni e per regolarizzare eventuali discrepanze già rilevate.

Prima di esplorare le possibili sanzioni per chi non rispetta queste norme, è utile delineare i requisiti base che gli investitori in criptovalute sono tenuti a seguire.

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Obblighi Fiscali per chi possiede criptovalute

  • Dichiarazione di possesso: se possiedi criptovalute, è necessario dichiararle attraverso il modello Redditi Persone Fisiche o tramite il Quadro RW o il modello 730. Questa dichiarazione comporta l’applicazione di un‘imposta di bollo, calcolata come il 2 per mille del valore delle criptovalute al 31 dicembre dell’anno fiscale di riferimento.
  • Dichiarazione delle plusvalenze: è obbligatorio dichiarare le plusvalenze realizzate dalla vendita di criptovalute quando queste superano i 2.000 euro una volta dedotte le minusvalenze. Le plusvalenze devono essere riportate nella dichiarazione dei redditi e sono soggette a un‘imposta sostitutiva dell’IRPEF al 26%. È importante anche dichiarare le minusvalenze, che possono aiutare a ridurre l’ammontare dell’imposta dovuta, riflettendo le perdite subite.

Nota bene: Sebbene la circolare suggerisca che le plusvalenze siano tassabili solo per l’importo che supera la franchigia di 2.000 euro, le specifiche tecniche fornite dall’Agenzia delle Entrate interpretano tale franchigia come una soglia. Pertanto, se questa soglia viene superata, il 26% di tassa sarà applicato sull’intero importo della plusvalenza.

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Scenari in cui le sanzioni vengono applicate

Le sanzioni possono essere applicate in diverse situazioni:

  • Omessa dichiarazione: chi omette di presentare la dichiarazione dei redditi, nonostante ne abbia l’obbligo, può essere soggetto a sanzioni proporzionali all’imposta non dichiarata, con incrementi in caso di comportamenti considerati evasivi.
  • Dichiarazione erronea: fornire informazioni errate, incomplete o fuorvianti può portare a sanzioni variabili, a seconda della gravità dell’errore e dell’effetto sulla determinazione dell’imposta dovuta.
  • Dichiarazione tardiva: se si presenta la dichiarazione dopo la scadenza prevista senza aver ottenuto una proroga, si incappa in sanzioni calcolate in percentuale dell’imposta dovuta, che aumenta per ogni giorno di ritardo.

Non esiste una soglia minima di cripto-attività esente da dichiarazione, anche gli importi più bassi sono soggetti a obbligo di dichiarazione.

Tipologie di sanzioni

La normativa italiana prevede sanzioni specifiche per chi non adempie correttamente a questi obblighi, che possono essere sia penali che amministrative

Sanzione Penale

Dichiarazione omessa (ex art. 5 d.lgs 74/2000) 

Chi non presenta, pur essendovi obbligato, una dichiarazione fiscale relativa agli imposte sui redditi o sul valore aggiunto, con un’imposta evasa che supera i 50.000 euro per ciascuna delle imposte, è soggetto a reclusione da due a cinque anni.

Per esempio, saranno penalmente perseguibili coloro che hanno realizzato plusvalenze su crypto-attività per un importo superiore a 195.000 euro e hanno omesso di dichiarare tali redditi.

Dichiarazione omessa ex art. 5 d.lgs 74/2000

“È punito con la reclusione da due a cinque anni chiunque al fine di evadere le imposte sui redditi o sul valore aggiunto, non presenta, essendone obbligato, una delle dichiarazioni relative a dette imposte, quando l’imposta evasa è superiore, con riferimento a taluna delle singole imposte ad euro 50.000. ”

Sanzioni Amministrative

Al di fuori della soglia di rilevanza penale, le sanzioni sono di natura amministrativa e possono includere:

  • Sanzioni pecuniarie: consistono nel pagamento di somme di denaro.
  • Sanzioni interdittive: prevedono il divieto di compiere determinate attività.

Le sanzioni pecuniarie vengono aggiunte alle eventuali imposte non pagate e agli interessi dovuti a causa della dichiarazione omessa. Inoltre, la mancata dichiarazione può comportare un significativo allungamento dei termini di prescrizione per gli accertamenti fiscali, che di norma sono 5 e possono arrivare fino a 10.

Ammontare delle sanzioni per mancata, erronea o tardiva dichiarazione

1) Sanzione per omessa dichiarazione

  • Sanzione fissa minima di €250 per infedele dichiarazione.
  • Sanzione dal 120% al 240% delle imposte dovute, aumentate di un terzo.
  • Proroga di un anno del termine di prescrizione se non si presenta la dichiarazione.

2) Sanzione per mancata o errata compilazione del Quadro RW

  • Sanzione ridotta fino a €258 se il modello viene presentato entro 90 giorni dalla scadenza. Dopo tale termine, la sanzione varia dal 3% al 15% delle somme non dichiarate. 
  • In caso di attività in paesi della Black List, le sanzioni possono raddoppiare.
  • Proroga di un anno del termine di prescrizione.

I paesi che rientrano nella Black List sono i seguenti:

Aruba, Bahama, Bahrein, Barbados, Belize, Bermuda, Brunei, Costa Rica, Dominica, Emirati Arabi Uniti, Ecuador, Filippine, Gibilterra, Gibuti, Grenada, Guernsey, Hong Kong, Isola di Man, Isole Cayman, Isola Cook, Isole Marshall, Isole Vergini Britanniche, Jersey, Libano, Liberia, Liechtenstein, Macao, Malaysia, Maldive, Mauritius, Monserrat, Nauru, Niue, Oman, Panama, Polinesia Francese, Principato di Monaco, Sark, Seicelle, Singapore, Saint Kitts e Nevis, Saint Lucia, Saint Vincent e Grenadine, Svizzera, Taiwan, Tonga, Turks e Caicos, Tuvalu, Uruguay, Vanuatu, Samoa.

3) Sanzioni per dichiarazioni tardive e/o integrative

  • Senza dovute imposte: la sanzione è minimizzata a 25€.
  • Con imposte dovute: si applicano interessi e una sanzione aggiuntiva sulla base della legge relativa al ravvedimento operoso.

Se non ho mai dichiarato prima, posso regolarizzare?

Sì. Fino al 30 novembre 2023, era possibile usufruire di un meccanismo introdotto dalla Legge di Bilancio per il 2023, denominato “Istanza di Emersione”. Questo strumento consentiva di regolarizzare la detenzione di criptovalute dal 2016 fino al 31 dicembre 2021, permettendo ai contribuenti di dichiarare retroattivamente le loro cripto-attività dietro il pagamento di un’imposta definita. 

Una volta scaduto il termine del 30 novembre 2023, i contribuenti che non hanno mai dichiarato le loro criptovalute possono ancora regolarizzare la loro situazione attraverso il Ravvedimento Operoso. Questo processo implica la presentazione tardiva delle dichiarazioni degli anni precedenti, aggiornando e integrando le informazioni mancanti, soprattutto nei quadri RW, che riguardano la detenzione di asset, e nei quadri RT, relativi al pagamento delle imposte.

Condizioni per fare il Ravvedimento Operoso

Per poter procedere con tale regolarizzazione è necessario aver già presentato almeno una dichiarazione dei redditi per altri tipi di reddito. Tuttavia, anche se non sono state presentate dichiarazioni dei redditi precedenti, una dichiarazione integrativa può ancora essere fatta, contribuendo a mitigare le conseguenze penali associate alla mancata dichiarazione.

Pertanto, è cruciale verificare la fattibilità di una regolarizzazione nel tuo caso specifico, per evitare complicazioni di natura penale.

Come dichiarare le proprie criptovalute

Il servizio di Report fiscale di Young Platform offre una soluzione completa per la gestione fiscale delle criptovalute, consentendo di ottenere tutta la documentazione necessaria per la dichiarazione dei redditi dell’anno in corso e per regolarizzare le posizioni fiscali degli anni precedenti. 

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Questo servizio è estremamente accessibile, con prezzi che partono da €9,99, basati sul numero di transazioni effettuate, rendendolo una scelta vantaggiosa per chi cerca una soluzione affidabile per la dichiarazione fiscale delle proprie criptovalute.

Grazie alla partnership con un partner italiano, Young Platform facilita l’aggregazione delle informazioni di vari wallet in un unico report dettagliato, semplificando la dichiarazione delle criptovalute a prezzi scontati, e garantendo la conformità con le normative fiscali italiane, specialmente con le nuove opportunità di regolarizzazione offerte dalla Legge di Bilancio 2023. 

Inoltre, Young Platform propone consulenze personalizzate con commercialisti esperti, offrendo un supporto indispensabile per navigare il complesso panorama fiscale e risolvere eventuali dubbi. Per richiedere un appuntamento, basta cliccare sull’apposito banner all’interno della piattaforma, nella sezione “Tasse & Report”.

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Conclusioni 

In questo contesto, dichiarare correttamente le proprie criptovalute e i relativi guadagni è l’unico modo per evitare sanzioni e rimanere in regola con le disposizioni fiscali. Le sanzioni per omessa dichiarazione possono essere pesanti e compromettere i risultati degli investimenti. È quindi essenziale informarsi, utilizzare gli strumenti disponibili per la dichiarazione corretta delle operazioni e, se necessario, consultare un professionista per navigare al meglio le complessità del sistema fiscale italiano.

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