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Riunione FED giugno 2025: le previsioni

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Giuseppe Avolio

4 min

Riunione FED giugno 2025: le previsioni

La riunione della FED del 18 giugno 2025 avviene in un momento complesso: l’inflazione sale e il debito USA è ai record. Qui le previsioni sui tassi

Pochi giorni alla riunione della Federal Reserve di giugno 2025 in cui il Presidente Jerome Powell comunicherà la decisione del FOMC sui tassi di interesse: inflazione e disoccupazione sono ancora su livelli accettabili, ma l’imprevedibilità dell’amministrazione Trump sui dazi, imposti e sospesi, e sul debito federale genera ancora forte incertezza. Quali sono le previsioni? 

Riunione FED 18 giugnoi 2025: il contesto economico

Nella riunione del prossimo 18 giugno 2025, il FOMC (Federal Open Market Committee, il braccio decisionale della FED) dovrà effettuare le sue valutazioni partendo da un contesto economico particolare. Da una parte, le rilevazioni su inflazione e mercato del lavoro non hanno dato segnali preoccupanti tali da rendere necessario un taglio immediato dei tassi, anche se l’ultimo dato del CPI ha mostrato un aumento dell’inflazione. Dall’altra, il comportamento imprevedibile di Donald Trump, che impone e sospende i dazi creando il caos nelle istituzioni finanziarie di tutto il mondo, genera forte incertezza sul futuro

Nello specifico, il BLS (Bureau of Labour Statics) lo scorso 6 giugno ha comunicato che a maggio i posti di lavoro sono aumentati di 139.000 unità rispetto ai 130.000 previsti – ma comunque meno dei 177.000 di aprile – lasciando la disoccupazione invariata al 4,2%. Per quanto riguarda l’inflazione, come abbiamo anticipato, l’ultimo CPI ha segnalato una diminuzione mese su mese (-0,1%) ma un aumento anno su anno (+0,1%), contro le previsioni che vedevano incrementi dello 0,1% per la prima e dello 0,2% per la seconda. Rimane comunque al 2,4%, ancora lontano dal target del 2% imposto dalla FED. A minare questo già fragile equilibrio è l’incertezza provocata dal comportamento di The Donald e dai dazi doganali: l’impatto economico potenziale di queste restrizioni al libero mercato è tuttora estremamente difficile da calcolare. 

Per queste ragioni, come vedremo, è molto probabile che la FED resti FEDele al suo mantra “wait and see” e continui con un atteggiamento attendista.

La riunione della FED verso il mantenimento dei tassi invariati 

L’annuncio del FOMC riguardo ai tassi di interesse avverrà mercoledì 18 giugno ed è altamente probabile che ci sarà la conferma degli attuali tassi, compresi tra il 4,25% e il 4,5%. Le ragioni dietro questa previsione risiedono nel fatto che prima di modificare i tassi, i funzionari della FED preferirebbero aspettare che la politica commerciale trumpiana abbia effetti concreti sull’economia americana. 

In occasione dell’ultimo FOMC, lo stesso presidente Jerome Powell ha dichiarato che la decisione di mantenere i tassi d’interesse ai livelli di marzo è stata dettata dall’aumento dell’incertezza riguardo agli scenari futuri, ribadendo poi che l’inflazione rimane significativamente al di sopra dell’obiettivo del 2%. Al contempo, le condizioni del mercato del lavoro sono state giudicate solide, con un tasso di disoccupazione che si mantiene basso e stabile. Per quanto riguarda le mosse future (la forward guidance), il presidente Powell ha dichiarato che la Federal Reserve continuerà a monitorare attentamente i dati economici e l’evoluzione del contesto politico ed economico. Anche su Polymarket gli scommettitori confermano queste previsioni: il 98% ha puntato sul “no change alla domanda “cosa farà la FED alla prossima riunione?

Prossime riunioni della FED: a quando il taglio dei tassi?

L’opinione condivisa è quella che vede il mantenimento dei tassi di interesse a questi livelli almeno fino a settembre, a causa delle pressioni dell’inflazione generata, probabilmente ma non solo, dalla politica economica isolazionista dettata dal trumpiano “America First” e dai relativi dazi doganali. Oltre a ciò, ha un peso rilevante anche il nuovo One Big Beautiful Bill Act, la legge fiscale che dovrebbe aggiungere tra i 3 e i 4 trilioni di dollari (cioè migliaia di miliardi) al debito pubblico USA, già spaventosamente alto (36,2 trilioni di dollari). Per concludere, è fondamentale monitorare le decisioni delle più importanti banche centrali del mondo – come quelle della BCE – perché i cambiamenti nelle politiche monetarie hanno impatti concreti sui mercati: il taglio dei tassi potrebbe spingere gli investitori verso strategie più rischiose e asset volatili come Bitcoin e le criptovalute, storicamente, ne hanno sempre beneficiato. Per evitare di perdere aggiornamenti rilevanti per i tuoi investimenti iscriviti ai nostri canali Telegram e Whatsapp o direttamente a Young Platform cliccando qui sotto!

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