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L’adozione delle criptovalute nel 2022 in Europa e nel mondo

CR
Cosimo Rosario Di Martino

6 min

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Il futuro delle criptovalute nel 2022 tra le leggi in USA ed Europa, i divieti in Cina e i casi d’uso reali in Africa e America del Sud.

Ormai il fenomeno delle crypto è troppo grande per essere ignorato. Negli USA, il tema è scottante e molto sentito, tanto che ci sono discrepanze tra le idee della SEC, che continua a vietare gli ETF spot, e il governo statunitense stesso. Le crypto però riescono anche a “riunire” la frammentata situazione politica USA, come dimostrato dalle idee affini di Eric Adams, sindaco democratico di New York, e Francis Suarez, primo cittadino repubblicano di Miami recentemente impegnato nella Miami Bitcoin Conference.

E nel resto del mondo? L’Unione Europea sta preparando una serie di leggi che regolamenti le crypto e i wallet, al contrario della Cina che ha completamente bandito le crypto. In Africa e in America del Sud, invece, troviamo casi d’uso reali, un piccolo assaggio di quello che le criptovalute potranno diventare! Scopri di più sul futuro delle criptovalute nel 2022 in Europa, in Africa e in America del Sud.

Le crypto in Europa: regolamentazioni e utilizzi concreti

Il mercato bullish del 2021 ha sicuramente fatto breccia nei cuori di molti europei, che vuol dire questo per il futuro delle criptovalute nel 2022? Secondo uno studio, i cittadini europei sono meno propensi a fidarsi delle criptovalute rispetto ad altri Paesi nel mondo. Il sondaggio ha rilevato che solo il 17% possiede delle crypto, mentre la media globale è del 23%. La presenza di un sistema bancario solido ed efficiente forse non crea quella necessità di convenienza e velocità che le criptovalute soddisfano, tra le altre cose.

Nonostante l’84% della popolazione europea abbia un conto bancario, l’invasione russa dell’Ucraina ha mostrato che le criptovalute possono avere i loro utilizzi in situazioni impreviste ed eccezionali. Con i trasferimenti bancari limitati, è emersa in fretta l’utilità della blockchain come mezzo per trasferire il denaro in maniera peer-to-peer e decentralizzata. L’Ucraina, infatti, ha raccolto più di 70 milioni di dollari con le criptovalute, ignorando i rallentamenti dovuti al collasso delle infrastrutture bancarie. 

Allo stesso modo, la pseudonimia delle crypto ha messo in allerta Europa e USA, che stanno lavorando per garantire che le sanzioni alla Russia siano rispettate. D’altronde le crypto sono neutrali: tutto dipende da ciò che le persone decidono di fare con questa tecnologia. 

L’Africa e il boom delle criptovalute: il caso della Nigeria

Da anni, la maggior parte degli Stati africani ha un grande problema: quello delle infrastrutture finanziarie carenti. Secondo uno studio, solo il 48% dei cittadini africani possiede un conto bancario, meno della metà. Questo rappresenta un grosso limite in un’economia sempre più globale, dove il contante rappresenta ormai una minima parte di tutte le transazioni. Una delle cause è la corruzione dilagante di molti governi, che di conseguenza non riescono a tenere a bada l’inflazione delle monete sovrane. Per esempio, la Nigeria ha un’inflazione del 18%, un numero vertiginoso a cui si è accompagnato un incremento dei prezzi dei generi alimentari del 21%. 

Sempre in Nigeria, c’è un altro dato interessante: su 201 milioni di abitanti, ci sono più di 180 milioni di smartphone con connessione a Internet. E, sorprendentemente, il 35% dei nigeriani afferma di possedere crypto! Più della metà di loro ha poi rivelato che ha intenzione di comprare altre criptovalute nell’immediato futuro, entro il 2022. A cosa si deve questo boom? Più della metà della popolazione dello Stato africano è composta da under-19. Questo, unito all’alta inflazione e alla difficoltà ad accedere a servizi finanziari, potrebbe spiegare la ragione di questo numero così alto.

I dati dal resto dell’Africa sono simili, ma è interessante notare anche un’altra cosa. Rispetto al resto del mondo, i cittadini africani hanno meno crypto ma sono più propensi a utilizzarle in scambi peer-to-peer. Questo dimostra che, mentre nei Paesi più industrializzati si preferiscono criptovalute con un valore tecnologico e finanziario più alto, in Africa si preferisce usare le crypto come valuta per effettuare pagamenti tra cittadini. Come reagiranno i governi di fronte a questi numeri? Mentre alcuni, come in Etiopia, si sono dimostrati aperti alla tecnologia blockchain, è probabile che altri proveranno a rendere i controlli ancora più stringenti. Le criptovalute riusciranno a spianare la strada per la libertà economica dell’Africa?

Le criptovalute in America del Sud: antidoto contro l’inflazione?

L’America del Sud soffre degli stessi problemi dell’Africa, problemi che le crypto possono risolvere, secondo molti sudamericani. Brasile, Argentina e Colombia sono 3 degli Stati che hanno risposto più positivamente alle innovazioni tecnologiche e alla facilità di trasferimento delle criptovalute. In un sondaggio condotto da Sherlock Communications, più del 25% dei cittadini brasiliani ha affermato che ha intenzione di comprare crypto nei prossimi 12 mesi, ovvero più di 36 milioni di persone! 

Quali possono essere i fattori scatenanti? La mancanza di facile accesso a conti bancari, e la dipendenza degli stati dell’America del Sud dalle rimesse estere. Solo il 54% dei cittadini sudamericani possiede un conto corrente. Il problema però è amplificato dal fatto che molte famiglie dipendono dalle rimesse mandate da parenti all’estero. Mandare denaro dagli Stati Uniti al Venezuela, per esempio, è molto costoso e richiede del tempo. Per molti, è più conveniente scambiare il proprio denaro in stablecoin o in Bitcoin, e trasferirli ai wallet dei propri familiari senza passare per dogane o istituti bancari dai controlli troppo stretti. In più, sempre nel caso del Venezuela, è evidente che l’inflazione sta mettendo in ginocchio l’economia del Paese. Invece di conservare i propri soldi sotto il materasso, alcuni cittadini venezuelani hanno deciso di acquistare Bitcoin o stablecoin per proteggere il valore del loro denaro.

Un altro dato interessante è che più della metà degli intervistati ha risposto che non ha intenzione di comprare crypto non perché non le ritiene un buon asset, ma perché non sa come funzionano gli exchange e i wallet. Potenzialmente, degli interventi come quello di Cardano in Etiopia potrebbero avere enormi benefici per la popolazione sudamericana.

Il futuro delle criptovalute e della blockchain potrebbe avere una svolta nel 2022, e non solo nei Paesi meno ricchi. Il dollaro americano sta subendo una inflazione mai vista prima, e alcuni sostengono che le stablecoin possano in parte sopperire alla perdita di valore della valuta più diffusa al mondo.

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