
Sono usciti i dati sull’occupazione negli Stati Uniti: Non Farm Payrolls e disoccupazione. Come hanno reagito i mercati?
Nella giornata di giovedì 20 novembre, il BLS (Bureau of Labor Statistics) americano ha comunicato i dati relativi al mercato del lavoro. Nello specifico, sono uscite le rilevazioni sui Non Farm Payrolls (NFP), cioè i nuovi posti di lavoro creati al netto del settore agricolo, e sul tasso di disoccupazione. Qual è la situazione? Come si sono comportati i mercati e perchè?
I dati: Non Farm Payroll e tasso di disoccupazione
La rilevazione del 20 novembre è la prima dalla fine ufficiale dello shutdown, che ha impedito la raccolta dei dati per ottobre, e si riferisce al mese di settembre. Ma andiamo subito al sodo: i NFP (Non Farm Payroll) sono cresciuti di 119.000 unità, un dato di molto superiore rispetto alle aspettative che stimavano 50.000 nuovi posti di lavoro, mentre il tasso di disoccupazione sale al 4,4%, sopra dello 0,1% rispetto alle previsioni e alle misurazioni precedenti.
Le implicazioni
Come è noto, il mondo della finanza fremeva dalla voglia di conoscere queste rilevazioni dal momento che, come abbiamo ricordato, i dati di ottobre non sono stati resi noti.
In ottica tassi di interesse, il mercato del lavoro è un indicatore preso in forte considerazione, soprattutto da quando il Presidente della Federal Reserve Jerome Powell, nel suo discorso a Jackson Hole, ha confermato il cambio di priorità: nel valutare le mosse di politica monetaria, la banca centrale statunitense ora dà più rilievo al contenimento della disoccupazione piuttosto che alla stabilità dei prezzi.
Sulla base di queste dichiarazioni, la catena logica che guida gli investitori da almeno due mesi è la seguente: se i NFP sono inferiori alle previsioni e il tasso di disoccupazione sale, allora è molto probabile che il prossimo meeting del FOMC vedrà un taglio dei tassi. Effettivamente, è stato così fino all’ultima riunione. In questa occasione, tuttavia, il Presidente Powell ha pronunciato delle frasi che hanno impaurito i mercati, una su tutte: “Un ulteriore taglio dei tassi di interesse di riferimento alla riunione di dicembre non è scontato, anzi” – se ti interessa, abbiamo approfondito tutto questo in un articolo dedicato ai tassi e al prossimo FOMC.
In ogni caso, quanto comunicato oggi dal BLS in merito alla situazione lavorativa negli USA non ha contribuito minimamente a diradare la nebbia: molti posti di lavoro creati ma tasso di disoccupazione in salita.
Le previsioni sul FOMC di dicembre
Il FedWatch del CME Group, uno strumento che calcola le probabilità del taglio dei tassi da parte del FOMC sulla base dei prezzi dei futures sui Fed Funds, attualmente dà il “No Change” al 58,4%, mentre il taglio di 25 punti base – cioè dello 0,25% – è probabile al 41,6%. Ma si tratta di percentuali totalmente provvisorie che cambiano di ora in ora: saranno sicuramente meno mobili a ridosso della riunione.
Anche su Polymarket gli scommettitori si aspettano un esito simile, ma leggermente più sbilanciato: la probabilità di No Change è data al 66%, quella del taglio di 25 punti base all’34%.
Come hanno reagito i mercati?
Al momento in cui scriviamo, c’è moltissima volatilità sull’azionario, soprattutto a causa del rilascio delle trimestrali di NVIDIA. Il titolo del colosso dei microchip, spinto dagli ottimi utili, nel pre market è volato a +5%, per poi perdere tutto quello che aveva guadagnato e scendere sotto ai livelli dell’ultima chiusura a -1,8%.
Stessa identica cosa per i principali indici di Wall Street, che hanno emulato i movimenti di NVIDIA: Dow Jones, S&P500 e Nasdaq 100 hanno aperto a razzo per poi riassestarsi. Attualmente, i tre indici oscillano fra il -0,6% e il +0,8%.
Il mercato crypto, suo malgrado, subisce quanto sopra: Bitcoin sta perdendo il 4,9% e viaggia in zona 87.000$, così come Ethereum, che fa peggio e cede il 6,7%: attualmente si trova sui 2,810$. Solana segue ma fa meglio di ETH e cala del 5,2%, fermandosi sui 130$. Chiudiamo questa sezione con la Total Market Cap, che scende sotto la soglia dei 3 trillion, precisamente a 2,94T.
Il DXY, che misura l’andamento del dollaro contro le principali sei valute mondiali, resta invariato rispetto a ieri, giornata in cui aveva messo a segno un +0,5%, mentre l’oro è in flessione dello 0,7%, continuando sui 4.000$.
What’s next?
Nei prossimi giorni, con ogni probabilità, assisteremo a un mercato estremamente volatile, in particolare lato crypto: il momento attuale, infatti, è condizionato da una forte emotività che può spostare miliardi di capitale in poche ore.
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