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Binance e FTX: cosa sta succedendo nel mondo crypto?

EC
Elisa Campaci

8 min

Binance e FTX: cosa sta succedendo nel mondo crypto?

Il caso Binance e FTX spiegato punto per punto. Cosa sta succedendo nel mondo crypto? Come sta reagendo la community?

Il 2022 si sta rivelando un anno intenso per il settore delle criptovalute. In questi giorni, un susseguirsi di eventi, dalla vendita dei token FTT da parte di Binance, alla notizia della bancarotta dell’exchange FTX, ha sconvolto il mercato che al momento sta accusando importanti ribassi. In questo articolo troverai il resoconto della vicenda in tutti i suoi passaggi e le reazioni della community. Cosa sta succedendo nel mondo crypto?

Chi è coinvolto nella vicenda?

Prima di entrare nel vivo della vicenda, facciamo un riassunto di chi sono i principali attori coinvolti: 

  1. Binance: uno dei più grandi e utilizzati exchange centralizzati di criptovalute, fondato nel 2017 e con sede nelle isole Cayman;
  2. Changpeng Zhao: CEO e fondatore di Binance, conosciuto anche con la sigla CZ;
  3. FTX: altro exchange centralizzato, nato nel 2019 e con sede alle Bahamas. Il suo utility token è FTT;
  4. Sam Bankman-Fried: a cui ci si riferisce anche con le iniziali SBF, fondatore di FTX e di Alameda Research;
  5. Alameda Research: società di trading la cui CEO è Caroline Ellison. Alameda Research è stata fondata da SBF e in questi giorni accusata di essere collegata in maniera non troppo trasparente con FTX.

Il rapporto tra Binance e FTX negli anni

Binance e FTX sono due tra i principali exchange centralizzati (CEX) che si contendono il primato nel settore crypto, lo scorso anno complessivamente hanno hanno generato il 30% di tutto il volume di trading sui CEX, per un totale di 27,5 trilioni di dollari. Binance e FTX non sono sempre stati rivali in affari, anzi in passato le due aziende sono state molto legate. Nel 2019 Binance è stato uno dei primi sostenitori e investitori di FTX, e la collaborazione tra i due exchange è continuata fino al 2021 quando FTX ha ricomprato le sue azioni a Binance per 2,1 miliardi di dollari, la maggior parte di questa somma è stata liquidata in token FTT. 

I momenti cruciali della saga Binance vs FTX 

Twitter è diventato il palco scenico di tutti gli eventi fondamentali del mondo crypto; per non perderci tra i meme, facciamo chiarezza seguendo tutti i passaggi della vicenda Binance-FTX.

6/11: CZ annuncia che Binance venderà tutti i token FTT

Con un tweet nel suo profilo personale, il 6 Novembre CZ ha annunciato che avrebbe venduto tutti i token FTT in possesso di Binance, a causa di “recenti rivelazioni emerse”. In questa occasione CZ ha assicurato che il team di Binance avrebbe cercato di ridurre al minimo l’impatto sul mercato di questa operazione (spoiler: il mercato crypto è andato nel caos) e che la decisione è stata presa guardando agli errori che sono stati fatti in passato con LUNA, la crypto collassata a Maggio 2022. Il fondatore di Binance ha anche spiegato che non si trattava in alcun modo di una mossa per creare un danno a un concorrente. 

Dopo poche ore dalla pubblicazione di questo tweet, il prezzo del token FTT è sceso più del 10%. La decisione di CZ ha gettato gli utenti nel panico (mai sentito parlare di FUD?) e in 72 ore sono stati prelevati da FTX oltre 6 miliardi di dollari. 

Quali sono le “recenti rivelazioni emerse” di cui parla CZ?

Le “rivelazioni” a cui ha fatto riferimento CZ sono alcune voci relative alle difficoltà economiche di FTX e Alameda Research. Il 2 Novembre CoinDesk ha pubblicato un report sullo stato finanziario di FTX e Alameda Research. Dal bilancio di Alameda è emerso che la società di trading è “pesantemente” dipendente dal token FTT, che utilizza come collaterale. In altre parole l’exchange FTX sarebbe coinvolto in Alameda molto più di quanto SBF abbia sempre sostenuto. Per CZ questo aspetto è risultato problematico, siccome la lezione imparata dal collasso di Terra (LUNA) è: mai usare come collaterale un token che tu stesso hai creato. In generale FTX e SBF sono stati accusati di poca trasparenza

A rinforzare queste accuse, Reuters sostiene che FTX tra Maggio e Giugno abbia trasferito segretamente 4 miliardi di dollari ad Alameda, in un momento di crisi. 

6/11: Caroline Ellison di Alameda smentisce tutto

L’amministratrice delegata di Alameda Research, Caroline Ellison, ha smentito le voci che circolano sulla società di trading spiegando che Alameda possiede anche altri asset oltre al token FTT. Ellison ha anche proposto a CZ di acquistare i token FTT di Binance per 22$ l’uno.  

7/11: Arriva anche la smentita di SBF (ora scomparsa da Twitter)

Il 7 Novembre SBF ha scritto su Twitter che tutte le voci sono infondate: “un competitor sta cercando di attaccarci con false voci. Gli asset sono a posto”. Il tweet però viene cancellato. 

8/11: FTX blocca i prelievi e arriva la notizia dell’acquisizione

Dopo il blocco dei prelievi sull’exchange FTX, è arrivata la notizia della possibile acquisizione da parte di Binance. CZ ha dichiarato che FTX ha chiesto l’aiuto di Binance e che l’acquisizione avrebbe avuto come scopo primario la protezione degli utenti. Il fondatore di Binance ha quindi firmato un accordo non vincolante. 

9/11: Justin Sun al lavoro con FTX

Il 9 Novembre Justin Sun, il fondatore della blockchain Tron, ha dichiarato di essere al lavoro con FTX per trovare una soluzione e tutelare gli holder dei token di Tron su FTX.

10/11: Binance si tira indietro

“​​In seguito alla due diligence aziendale e alle ultime notizie riguardanti la cattiva gestione dei fondi dei clienti e le presunte indagini delle agenzie statunitensi, abbiamo deciso di non perseguire l’acquisizione potenziale”, con queste parole CZ ha comunicato che Binance non avrebbe più acquisito FTX. Con una serie di tweet, CZ ha poi spiegato come il fallimento di FTX sia una sconfitta per tutto il settore e che probabilmente d’ora in avanti la regolamentazione sulle crypto sarà sempre più aggressiva. 

La rinuncia di Binance fa sospettare che la situazione di FTX sia più critica del previsto.

11/11: FTX dichiara bancarotta

Dopo essersi messo alla ricerca di fondi (circa 9 miliardi di dollari) per risolvere i problemi di liquidità, SBF l’11 Novembre si è dimesso da CEO dell’exchange e FTX ha dichiarato bancarotta.  

Gli effetti secondari della crisi di FTX

Il 10 Novembre il mercato crypto si è aperto con un -16,1% per BTC, -24,1% per ETH e un -43% per SOL. L’incertezza della situazione si è fatta sentire. La crypto che sembrerebbe soffrire di più in questa situazione è SOL, la coin di Solana. Come mai proprio SOL? SBF è sempre stato un sostenitore di Solana, diventando quasi un suo “ambassador” ufficioso. Negli ultimi anni SBF appoggiando Solana, ha aiutato a far crescere il progetto. Questa stretta relazione ha contribuito al calo del prezzo di SOL. Anatoly Yakovenko, fondatore di Solana, ha riferito su Twitter che Solana Labs non ha nessun capitale su FTX. 

Tra le aziende che invece hanno rapporti con FTX troviamo la società di venture capital Sequoia che ha avvisato i suoi soci di un’esposizione di 213,5 milioni di dollari in FTX e Galaxy Digital con 76,8 milioni di dollari. Amber Group ha dichiarato di avere il 10% dei suoi fondi bloccati sull’exchange di SBF, mentre Crypto.com ne ha 10 milioni di dollari (cifra irrilevante secondo il CEO Kris Marszalek). Kraken ha dichiarato di possedere 9.000 token FTT ma di non essere in contatto con Alameda. 

La crisi di FTX ha avuto soprattutto ripercussioni sulla fiducia degli utenti, vediamo le questioni sollevate dalla community. 

La reazione della community crypto

Il primo argomento discusso dai frequentatori del mondo crypto è l’enorme potere che CZ e Binance hanno dimostrato di avere nei confronti dei mercati. Per alcuni è stato proprio CZ ad architettare tutta la vicenda che ha portato al collasso di FTX, a partire dalle voci sull’insolvenza messe in circolazione. Al di là di questo, come nel caso di Elon Musk e Twitter, le azioni di CZ hanno influenzato il mercato. Su questa considerazione c’è chi ha rispolverato la questione del culto delle personalità del mondo crypto, lasciando intendere che ciò di cui si ha bisogno è una vera decentralizzazione che non faccia dipendere il futuro dei progetti dalle decisioni dei singoli. Non è forse per questo che Satoshi Nakamoto ha scelto di non rivelare mai la sua identità?

Sulla sfida centralizzazione contro decentralizzazione si sono espressi Stani Kulechov di Aave e Hayden Adams di Uniswap. Il primo sostenendo che l’unica regolamentazione per le crypto è la stessa finanza decentralizzata. 

Sulla stessa scia si è espresso anche Adams: “l’infrastruttura finanziaria di base, come la capacità di scambiare valore, è troppo importante per essere controllata da entità centralizzate corruttibili. Questo è uno dei tanti motivi per cui lavoro sulla DeFi e sugli exchange decentralizzati. 

Per alcuni il collasso di FTX è stata l’occasione perfetta per ribadire la presunta superiorità degli ideali della decentralizzazione. D’altro canto c’è chi sottolinea che questi ideali al momento sembrano rimanere tali, anche per le dapp più affermate la sicurezza rimane una sfida. Gli exchange centralizzati in questo momento rimangono il tassello di collegamento tra gli utenti, le criptovalute e i sistemi tradizionali. A questi ultimi spetta il compito di garantire la sicurezza degli utenti attraverso dei regolamenti.

Una regolamentazione crypto unica potrebbe fare la differenza?

L’assenza di regole chiare e uniche per tutti gli operatori del settore è un’altra prospettiva da cui guardare i recenti avvenimenti. Brian Armstrong, CEO di Coinbase, ha sottolineato come la crisi di FTX sia sintomo di questa mancanza negli Stati Uniti. Un paese da cui gli exchange di criptovalute scappano a causa di politiche opprimenti, exchange che si ritrovano paradossalmente ad avere piene libertà una volta trasferiti all’estero. 

Sul fronte europeo, Stefan Berger, membro della commissione economica del Parlamento Europeo, ha spiegato che con il MiCA (Market in Crypto Assets) in vigore, un episodio come quello di FTX non si sarebbe mai verificato. 

Nel frattempo con un comunicato stampa del 10 Novembre, il Department of Financial Protection and Innovation della California, ha annunciato che ha aperto un’indagine sul  crollo dell’exchange FTX. 

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