Pure Proof-of-Stake
È una variante del meccanismo di consenso Proof-of-Stake. La prima blockchain ad elaborare e utilizzare il Pure Proof-of-Stake è Algorand. Per partecipare alla validazione dei blocchi è sufficiente avere in staking 1 ALGO. I requisiti d’ingresso dunque sono molto bassi e in questo modo possono partecipare in molti, qualsiasi utente della rete di Algorand può essere selezionato come validatore in maniera casuale e anonima. La selezione avviene tramite la funzione VRF (verifiable random function) elaborata dal fondatore Silvio Micali, che sceglie in maniera randomica i validatori ma ponderatamente rispetto alla dimensione del loro stake. Infatti nel Pure Proof-of-Stake la probabilità di essere scelti è aperta a tutti ma è direttamente proporzionale alla dimensione dello stake. Quando un nodo viene selezionato, nessuno oltre a lui lo sa. L’anonimato preserva dalla corruzione, se nessuno conosce l’identità del blocco selezionato, nessuno può tentare di comprometterlo.
Per validare un blocco sono necessarie più fasi e il lavoro combinato di più utenti. Inizialmente viene selezionato un leader validatore tra tutti i possesori di ALGO, questo propone l’aggiunta del blocco; successivamente il blocco viene passato sotto il controllo di una commissione di utenti selezionati sempre casualmente. La commissione si assicura che non ci siano problemi con le transazioni contenute nel blocco (ad esempio, il double spending). Una seconda commissione viene incaricata di confermare il blocco. Qualora ci fossero dei problemi con un blocco, questo verrebbe scartato e verrebbe eletto un nuovo leader. Nel Pure Proof-of-Stake non esistono meccanismi di punizione per i blocchi che non svolgono correttamente il loro lavoro, in questi casi la rete scarta il validatore e ricomincia a lavorare senza interruzioni. Il Pure Proof-of-Stake non prevede slashing ma punta sull’elaborazione rapida delle transazioni risolvendo velocemente gli errori.